I cinesi battono tutti anche con i motori diesel: record mondiale di efficienza

Non solo elettriche: al congresso mondiale sui motori a combustione interna, l'azienda cinese Weichai ha presentato il motore diesel più efficiente al mondo

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Alessandra Caraffa

esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Pubblicato: 29 Aprile 2024 11:53

Le auto elettriche Made in China sono ormai da mesi al centro delle preoccupazioni di costruttori e governi occidentali, impegnati a frenare a qualsiasi costo l’ormai irraggiungibile competitività delle aziende cinesi.

Ma gli innumerevoli reparti ricerca e sviluppo disseminati per il Paese di Xi Jinping non si limitano a lavorare sui motori elettrici: lo scorso 20 aprile, a Tianjin, Weichai Power ha presentato il motore diesel più efficiente mai realizzato. Un’innovazione straordinaria che coinvolge non soltanto le automobili, ma anche i mezzi agricoli, le imbarcazioni e i generatori di energia.

Il motore diesel più efficiente mai realizzato

Lo scorso 20 aprile è stato inaugurato a Tianjin il Congresso mondiale sui motori a combustione interna, presieduto dal presidente dell’Associazionecinese per la scienza e la tecnologia Wan Gang e da importanti esponenti del governo e del mondo accademico.

I quasi 2.000 ospiti che hanno raggiunto Tianjin da tutto il mondo hanno assistito a un momento che non hanno esitato a definire storico: Weichai Power, azienda statale cinese specializzata in ricerca e sviluppo di motori, ha presentato il motore diesel più efficiente mai realizzato.

Il nuovo motore diesel di Weichai ha raggiunto un’efficienza termica del 53,09%, polverizzando i precedenti record dell’azienda, che aveva già distanziato i costruttori europei e statunitensi – fermi a un’efficienza del 46-48% – superando il 50% di efficienza nel 2020.

Nel 2022 il motore diesel di Weichai aveva già un’efficienza certificata del 51,09%, e nello stesso anno si arrivò all’allora record mondiale, un sonoro 52,28% certificato da TÜV SÜD e Centro di Ricerca e Tecnologia Automobilistica della Cina. Con degli incrementi costanti nell’ordine dello 0,1%, l’azienda cinese è riuscita a battere ancora il proprio irraggiungibile primato. L’ultimo test, risalente al novembre 2023, ha certificato un’efficienza del 53,09%.

“Un risultato che appartiene all’intera industria mondiale”

Secondo le valutazioni di Weichai, l’implementazione del nuovo motore diesel potrebbe portare a un risparmio energetico del 14% e a una significativa riduzione delle emissioni di carbonio, se paragonata con i classici motori diesel (che hanno un’efficienza del 45-46%). Questo favorirà l’attuazione degli obiettivi cinesi di “picco di carbonio e neutralità”, e condurrà l’industria cinese della produzione di apparecchiature verso un altro primato mondiale.

Come sottolineato dall’azienda cinese, il raggiungimento di questo storico risultato è il frutto di oltre 4.000 giorni e notti di lavoro, durante i quali gli ingegneri Weichai hanno raccolto le loro conoscenze in una cooperazione aperta con università e centri di ricerca di tutto il mondo, avvalendosi anche della proficua collaborazione della supply chain globale (non soltanto dell’automotive, ma anche dell’industria navale e dei settori agricolo ed energetico).

La competitività cinese che tanto spaventa l’Occidente, sempre meno interessato a finanziare produzione e ricerca per concentrarsi su super-stipendi e dividendi da distribuire agli azionisti, è il frutto di un atteggiamento lontano anni luce da quello che vediamo in Europa.

Tradizionalmente collaborativo e sostenuto da una programmazione economica impensabile per i governi europei, l’approccio cinese si rivela ancora una volta vincente: i motori diesel, spiega Weichai, sono stati fondamentali per lo sviluppo mondiale, e hanno di fronte a sé ancora molti anni di successi. “Questo risultato non appartiene solo a Weichai”, si legge in una nota dell’azienda, “ma all’intera industria mondiale” – almeno a quella che saprà accogliere l’innovazione con un “approccio cinese”.