Città 30, i Comuni vogliono decidere autonomamente sui nuovi limiti di velocità

Sindaci e vicesindaci di mezza Europa scrivono una lettera aperta al Financial Times: vogliono poter decidere i limiti di velocità per tutelare i cittadini

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Alessandra Caraffa

esperta di automotive

Laureata in filosofia, è SEO Copywriter e Web Editor. Si occupa principalmente di mondi digitali e prospettive future - anche in ambito di motori.

Pubblicato: 29 Aprile 2024 13:02

I Comuni dovrebbero avere la possibilità di decidere sui limiti di velocità a tutela della sicurezza dei cittadini: è quello che chiedono 13 sindaci e vicesindaci di tutta Europa in una lettera aperta inviata al Financial Times.

Tra i firmatari figurano diverse autorità italiane: oltre al sindaco di Bologna Matteo Lepore, anche Dario Nardella, sindaco di Firenze, e la vicesindaca e assessora alla mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi. Ma ci sono, tra gli altri, anche i primi cittadini di Amsterdam, di Helsinki e di Rotterdam.

I sindaci di mezza Europa scrivono al Financial Times

Lo scorso 25 aprile, il Financial Times ha pubblicato una lettera aperta firmata da 13 sindaci e vicesindaci di tutta Europa: i primi cittadini del Vecchio Continente chiedono di poter stabilire i limiti di velocità senza imposizioni da parte del governo centrale.

In tutta Europa sta emergendo una tendenza preoccupante”, scrivono i sindaci, “i governi nazionali cercano di rendere difficile per le città intervenire sulla mortalità stradale attraverso limiti di velocità più bassi e altre misure critiche”.

Per esempio, prosegue la lettera, in Italiail governo ha proposto una nuova legge sul traffico stradale che ostacolerebbe gravemente la capacità delle autorità locali di creare zone a basso traffico, installare autovelox e fissare limiti di velocità più bassi”, mentre in Inghilterra un “piano per gli automobilisti” punta a misure restrittive quanto quelle di Salvini.

Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull’opportunità politica, danneggiano la capacità delle autorità locali di prendere decisioni per migliorare la sicurezza e la salute dei loro cittadini. E a perdere sono tutti quanti”, spiegano i sindaci.

Nel frattempo, in Germania, più di 1.000 città stanno chiedendo il diritto di stabilire limiti di velocità locali, una politica che attualmente è fortemente limitata dalle norme nazionali e consentita solo caso per caso per singole strade. In Austria una mobilitazione molto simile si è conclusa con un grande successo: a partire da quest’anno, infatti, le città potranno stabilire in autonomia i propri limiti di velocità.

Limite di velocità a 30 km/h: le ragioni dei sindaci

I sindaci non chiedono di limitare la libertà degli automobilisti, ma di essere messi in condizione di rendere le strade cittadine più sicure per tutti. “L’abbassamento dei limiti di velocità nelle aree urbane”, si legge nella lettera pubblicata sul Financial Times, “sta prevenendo le morti e migliorando la vita nelle città di tutta Europa”.

Non si tratta di limitare la libertà degli automobilisti”, prosegue la lettera aperta, “ma di rendere le strade più sicure per tutti, di ridurre rumore e inquinamento e di rendere la città più accessibile per coloro che scelgono forme di trasporto più salutari come gli spostamenti a piedi e in bicicletta”.

Oltre il 70% dei cittadini europei vivono all’interno di aree urbane, che si trovano ad affrontare numerose sfide in materia di salute dei cittadini e ambiente. In un contesto simile, “non è giustificabile togliere agli amministratori locali la possibilità di introdurre misure semplici ed efficaci per ridurre i danni e migliorare la vita dei cittadini”. A sottoscrivere la lettera, oltre agli italiani Lepore, Nardella e Censi, anche i rappresentati delle municipalità di West Yorkshire, Lipsia, Aquisgrana, Bruxelles, Gand, Amsterdam, Rotterdam, Göteborg, Malmö ed Helsinki.

Antonio Avenoso, direttore esecutivo del Consiglio europeo per la sicurezza dei trasporti, ha così commentato la lettera: “La riduzione dei limiti di velocità nelle nostre città e paesi è una mossa a basso costo e senza rimpianti per migliorare la sicurezza, ridurre il rumore e incoraggiare gli spostamenti a piedi e in bicicletta. Non c’è assolutamente alcun motivo valido per limitare la libertà delle autorità locali di adottare tali misure”. Una prima risposta da Bruxelles che sembra accogliere, almeno a parole, le richieste dei sindaci.