Dazi auto cinesi, l’Europa al voto si è espressa positivamente

Il voto espresso da Bruxelles permette all'Unione Europa di andare avanti con l'idea di realizzare dei pesanti dazi per l'importazione di EV cinesi

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Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 4 Ottobre 2024 12:42

Alla fine è arrivato il voto che ha determinato la scelta dei Paesi Ue di dare il via all’introduzione di dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti dal Governo di Pechino. La notizia fa rumore, ma era nell’aria da tempo la decisione di Bruxelles di realizzare questo deterrente per arginare l’espansione cinese.

La votazione dell’Europa

La votazione si è tenuta nel contesto del Comitato difesa commerciale (Tdi), formato per lo più da funzionari dei singoli governi e non dai Rappresentanti Permanenti. Questa approvazione si caratterizza per essere come una “no opinion“: la maggioranza qualificata per bocciare la proposta della Commissione sui dazi non è stata raggiunta e questo determina che l’esecutivo Ue può approvare i dazi anti-Cina. Sulla proposta della Commissione dieci Paesi si sono espressi a favore, cinque hanno votato contro e dodici sono stati gli astenuti. Numeri che non hanno permesso di raggiungere quindi la maggioranza qualificata necessaria per stoppare il testo.

Le prime voci di dissenso

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha espresso la contrarietà ai dazi Ue sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. “I dazi sulle auto elettriche cinesi sarebbero un errore. Lo dice la nostra industria automobilistica, che dovrebbe essere protetta. Alcuni politici pensano di saperne di più dei diretti interessati. Con la Cina è necessario parlare chiaro e negoziare, ma le guerre commerciali fanno solo perdenti“, ha scritto il liberale poche ore prima del voto dei Ventisette a Bruxelles.

Anche dalla Spagna arriva una voce che vorrebbe il mantenimento di negoziati con la Cina per evitare quella che si profila come una guerra commerciale: lo comunica in una lettera inviata dal ministro spagnolo all’Economia, Carlos Cuerpo, al commissario Ue al Commercio, Valdis Dombrosvkis, rivela El Pais. Madrid, tuttavia, non ha rivelato la sua posizione sul voto decisivo a Bruxelles per introdurre dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi, ritenuti sleali, elargiti da Pechino ai suoi produttori di veicoli alla spina. “In questo momento crediamo necessario mantenere aperti i negoziati ed esplorare tutte le vie per una soluzione di compromesso“, segnala Cuerpos nella lettera, senza anticipare il senso del voto.

Scenari aperti per i dazi Ue alle auto cinesi

Durante il mese di luglio in un primo voto non vincolante dodici Paesi, fra i quali l’Italia e la Spagna, si erano espressi a favore di un segnale forte contro i sussidi sleali. Undici gli astenuti, guidati dalla Germania, e solo quattro i contrari (Ungheria, Malta, Cipro e Slovacchia). Da allora, e vista la rappresaglia annunciata da Pechino sul comparto agroalimentare europeo, Madrid ha espresso l’intenzione di riconsiderare la sua posizione.

Nella lettera Madrid sottolinea potenziali punti di incontro, come “la riduzione dell’impatto nocivo dei sussidi“, segnalato dalla Commissione Europea dopo l’approfondita indagine sui vantaggi competitivi dei veicoli elettrici del gigante asiatico per l’ingente quantità di aiuti ricevuti. E chiede che parte della produzione di batterie sia trasferita in Europa. In Spagna è stata di recente installata una grande fabbrica di veicoli cinesi nell’ex impianto giapponese di Nissan ed è previsto un piano per la realizzazione di batterie di litio in Estremadura. La lettera allinea la posizione della Spagna con quella della Germania, che ha fatto appello ripetutamente a evitare una guerra di tipo commerciale con il governo di Pechino. Vedremo cosa succederà.