Ancora dazi contro le auto elettriche, Europa “contro” Cina

La Cina prova a trovare un'intesa con l'UE con l'obiettivo di ridurre i nuovi dazi sulle auto elettriche che vengono importate dal mercato cinese in Europa

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 12 Settembre 2024 14:50

I dazi dell’UE sulle auto elettriche in arrivo dalla Cina sono uno dei temi caldi dell’attualità del mondo dei motori (e non solo). Si tratta di un argomento molto delicato, intorno al quale ruotano diversi elementi alla ricerca di un equilibrio che vada bene a tutte le parti in gioco. Da una parte, infatti, c’è l’Europa pronta ad inasprire i dazi (con un conseguente aumento dei prezzi delle auto elettriche cinesi), adottando una misura di protezionismo per tutelare l’industria automotive del continente.

Dall’altra, invece, c’è il Governo cinese che cerca la via del compromesso, con l’obiettivo di raggiungere un accordo per poter consentire ai costruttori locali di poter espandere la propria presenza sul mercato europeo. Un accordo positivo per la Cina potrebbe rappresentare un importante sostegno alla crescita dell’industria locale, evitando una nuova guerra dei dazi. Il “made in China” per quanto riguarda il mondo dell’auto è sempre più legato al mondo delle elettriche.

L’UE fa un passo indietro?

Con l’applicazione dei dazi aggiuntivi, annunciato nelle scorse settimane, l’UE intende contrastare la diffusione delle auto elettriche cinesi nel continente. Il progetto è portare i dazi fino al 36,3% con una misura straordinaria che resterebbe in vigore per i prossimi cinque anni. Più della metà degli Stati membri, però, non sarebbero soddisfatti del piano UE contro  sulle elettriche cinesi.

Dopo l’indagine “antisovvenzioni”, che ha fatto partire le misure straordinarie contro l’industria dell’auto cinese, l’UE potrebbe ora valutare un passo indietro, riducendo le imposte aggiuntive richieste alle Case, soprattutto per le aziende che hanno collaborato attivamente all’indagine, come Tesla, che potrebbe passare dal 9% al 7,8%, e Geely, che potrebbe passare dal 19,3% al 18,8%. Possibile sconto di un punto percentuale (dal 36,3% al 35,3%) anche per le Case cinesi che non hanno collaborato all’indagine UE. I dazi aggiuntivi richiesti dall’UE, in ogni caso, si sommano all’imposta del 10% già prevista per tutte le aziende che esportano auto dalla Cina. La presenza di questi dazi comporta un aumento dei costi delle auto cinesi.

La Cina tenta la mediazione

La Cina è al lavoro per trovare una soluzione ed è in trattativa con l’UE, come conferma il recente incontro tra la Commissione europea e il vice ministro del commercio cinese, Li Fei. La prossima settimana, inoltre, il ministro del commercio cinese, Wang Wentao, sarà impegnato in una serie di incontri a Bruxelles e avrà modo di incontrare la controparte UE, Valdis Dombrovkis.

L’obiettivo della Cina è trovare un accordo che sia il più vantaggioso possibile per le Case cinesi che producono auto nel mercato interno e poi le esportano in Europa. I margini di trattativa ci sono ma potrebbero non essere particolarmente elevati. Al momento, infatti, la cancellazione dei dazi aggiuntivi voluti dall’UE appare molto difficile e lo scenario più probabile è quello di una riduzione delle imposte extra.

La questione dovrebbe risolversi nel corso delle prossime settimane. L’UE è impegnata in un ambizioso (e sempre più difficile) programma di elettrificazione e, nello stesso tempo, punta a difendere il settore automotive  continentale dai rischi legati all’arrivo di un numero sempre maggiore di auto dalla Cina, con prezzi più accessibili e, quindi, con maggiori potenzialità commerciali nel lungo periodo.