DDL carburanti, rinviata la riforma: gestori contrari

Il DDL Carburanti è stato rinviato a causa di alcuni aspetti ancora da definire: pesa il parere contrario delle associazioni di categoria sulla riforma

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 7 Settembre 2024 14:15

Il nuovo disegno di legge “Disposizioni per la riforma del settore della distribuzione di carburanti e ristrutturazione della rete”, noto anche come DDL Carburanti è stato rinviato. Il progetto di riforma del settore della distribuzione dei carburanti in Italia e tutto ruota alla necessità di effettuare ulteriori approfondimenti sulla questione, per arrivare a un testo che sia il più possibile condiviso e in grado di venire incontro alle esigenze dell’intero settore.

Le associazioni di categoria (Faib Confesercenti, Fegica e Figisc/Anisa Confcommercio) in una nota congiunta avevano definito il nuovo DDL come “la più incauta e peggior riforma” di sempre. Il provvedimento è molto articolato e tocca vari aspetti del settore della distribuzione di carburanti, che rappresenta una fetta importante dell’intero settore automotive. Saranno necessari ulteriori approfondimenti su diverse questioni prima di poter arrivare a un ok definitivo, come avvenuto di recente con il DDL Concorrenza che ha introdotto alcune novità per il settore auto.

I punti critici

Alla base del rinvio della riforma c’è, soprattutto, il parere contrario delle associazioni di categoria, secondo cui il progetto favorisca le compagnie pertrolifere che avrebbero la possibilità di disdire i contratti, caratterizzata da una durata di 5 anni, con appena 90 giorni di preavviso. L’Unem, associazione che rappresenta le aziende del settore petrolifero, non a caso, si è espressa in modo favorevole sul progetto di riforma. Sulla questione c’è ancora molto da lavorare ed probabile che il Tavolo Carburanti, per il confronto tra i vari esponenti della filiera, continuerà a essere attivo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il tavolo va avanti già da diversi mesi ma, per il momento, non sono ancora stati trovati punti di accordo tra tutte le parti coinvolte dalla riforma.

Le altre novità in arrivo

Il progetto di riforma del DDL Carburanti tocca vari aspetti del settore. La bozza arrivata in Consiglio dei Ministri, prima del rinvio, infatti, prevedeva anche l’introduzione di un sistema di incentivi (fino a 60 mila euro per impianto) per la realizzazione di colonnine di ricarica per auto elettriche e ibride plug-in. Sul tavolo c’è anche il progetto di un Fondo per la trasformazione della rete carburanti nell’ottica di un programma più ampio di elettrificazione del settore auto, alle prese, però, con risultati di vendita inferiori alle aspettative.

Nuovi impianti

L’elettrificazione rappresenta un elemento centrale anche per quanto riguarda la realizzazione di nuovi impianti di distribuzione. Il testo del DDL Carburanti, infatti, prevedeva la necessità, per i nuovi impianti realizzati a partire dal 1° gennaio 2025, di mettere a disposizione almeno un vettore energetico alternativo ai combustibili fossili come le colonnine elettriche oppure i biocombustibili. Il mancato rispetto di questa norma comporterebbe, sulla base del testo della riforma poi rinviata, il blocco delle autorizzazioni.

Per ottenere le autorizzazioni, inoltre, la bozza di riforma prevedeva anche la necessità, per i richiedenti, di dover dimostrare la capacità tecnico-organizzativa ed economica per garantire un servizio regolare e continuativo oltre che l’assenza di condanne con sentenza definitiva e il rispetto della normativa per quanto riguarda gli aspetti contributivi. Tutte queste novità restano, per ora, congelate in vista di ulteriori approfondimenti e valutazioni da parte del Governo.