Multa antitrust a DR per le auto prodotte in Cina

AGCM multa DR Automobiles a causa di pratiche commerciali scorrette: per la Casa italiana arriva una sanzione di 6 milioni di euro, ecco le ragioni della multa

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 20 Giugno 2024 14:30

DR Automobiles, negli ultimi anni, ha registrato un importante crescita sul mercato italiano, grazie alla sua gamma ricca di modelli dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. L’aumento dei prezzi delle auto nuove da parte dei concorrenti ha spianato la strada alla Casa molisana, che distribuite auto in Italia con i brand DR e Evo. Nella giornata di oggi, però, è arrivata la decisione di Antitrust di sanzionare DR Automobiles  oltre che la sua controllata DR Service & Parts S.r.l. La sanzione, per un importo complessivo di 6 milioni di euro, è legata a pratiche commerciali scorrette.

Le auto sono prodotte in Cina

Secondo quanto stabilito dall’Antitrust, DR Automobiles ha adottato pratiche commerciali scorrette indicando, a partire dal mese di dicembre del 2021, che le sue auto avevano origine e luogo di produzione in Italia. Come rilevato dall’Autorità, si tratterebbe, però, di un’imprecisione, tale da far scattare un provvedimento per pratiche commerciali scorrette. Le auto di DR, infatti, sono prodotte in Cina, da aziende partner, e poi importate in Italia.

Negli stabilimenti italiani della Casa vengono poi effettuati “interventi marginali di rifinitura” che non sarebbero sufficienti a rendere il prodotto Made in Italy. La sanzione, inoltre, riguarda anche il mancato approvvigionamento dei pezzi di ricambio e un’assistenza post-vendita insufficiente, pratiche che limiterebbero i diritti dei consumatori di ottenere riparazioni e assistenza adeguata. DR, protagonista di ottimi risultati in Italia  anche grazie a modelli come la  DR 5.0, ha 60 giorni di tempo per mettersi in regola, comunicando le iniziative che prenderà per risolvere le problematiche emerse.

La risposta della Casa

In una nota diffusa dall’ANSA, la Casa sottolinea di aver preso atto della decisione di AGCM ma ha annunciato di essere pronta a impugnarla. Per quanto riguarda la questione della produzione, inoltre, l’azienda ha evidenziato che “la delocalizzazione in Estremo Oriente di parte della produzione delle autovetture (pratica comune nel settore automotive) commercializzate da DR Automobiles Groupe non è mai stata celata al pubblicoAl tempo stesso, le campagne advertising non hanno mai inteso pubblicizzare una pretesa integrale fabbricazione delle autovetture in Italia, quanto sottolineare il forte legame del gruppo automobilistico con il nostro Paese e la regione Molise sotto il profilo proprietario e storico“.

In Italia, in particolare negli stabilimenti di Macchia d’Isernia, DR effettuerebbe, inoltre, importanti attività di “ricerca e sviluppo, design, progettazione, aggiunta di funzionalità, rifinitura e completamento delle autovetture commercializzate“. Per la questione legata all’assistenza, l’assenza dei pezzi di ricambio sarebbe dovuta a una “indisponibilità oggettiva di alcuni pezzi di ricambio” legata ai problemi della catena di approvvigionamento comuni a tutto il settore automotive nel post-pandemia. L’azienda sembra, quindi, pronta a contrastare, punto per punto, le decisioni dell’Autorità in merito alla sanzione. La questione, quindi, non è ancora chiusa.

Interessante è il commento di Federcarrozzieri che ha sottolineato come la sanzione dell’Antitrust conferma i gravi problemi emersi con i pezzi di ricambio dei modelli DR che hanno riguardato diverse carrozzerie italiane e, a cascata, anche gli automobilisti, costretti, secondo quanto dichiarato dal presidente della federazione, Davide Galli, a “mesi di attesa per gli interventi sulle vetture incidentate“.

Un 2024 complicato per DR

La Casa italiana deve fare i conti con un 2024 complicato sul mercato italiano e non solo per la sanzione di AGCM. Al termine dei primi cinque mesi dell’anno, infatti, le vendite del Gruppo sono in calo del 22%, con un totale di oltre 11.000 unità distribuite e una quota di mercato pari all’1,53% dell’intero settore italiano. La nuova sanzione, anche per via di possibili ricadute sul marketing, potrebbe rallentare ulteriormente la Casa nel corso del secondo semestre dell’anno.