Le auto elettriche non decollano, si vendono più Ferrari

Il successo per le auto elettriche in Italia non è ancora arrivato: le vendite di una delle city car più gettonate sono inferiori a quelle delle Ferrari

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 5 Giugno 2024 09:24

Auto elettriche, uno dei più grandi problemi dell’Occidente. Tra le pagine del suo libro La grande bugia verde, il noto giornalista e conduttore televisivo Nicola Porro lancia delle dure accuse contro la transizione ecologica. A suo avviso, non costituisce altro che una bolla, basata più su questioni dogmatiche, senza guardare in faccia la realtà dei fatti. Secondo i sostenitori del cambiamento, le auto elettriche dovrebbero rappresentare il presente e il futuro della mobilità, con i veicoli a combustione destinati all’oblio nel giro di alcuni anni. Tuttavia, l’integralismo green lascia ancora in tanti perplessi, scontrandosi con la vita di tutti i giorni e i dati concreti, volti a suggerire una differente realtà.

Veicoli a benzina e gasolio in crescita

Il boom delle full electric rimane un’utopia, mentre quasi nell’intero Vecchio Continente aumentano le immatricolazioni di veicoli a benzina e gasolio. Anche e soprattutto per questo diverse Case hanno deciso di rallentare i ritmi, dopo aver proclamato grandi piani. Si prenda, a riferimento, il caso di Mercedes, dove prima Olä Kallenius, amministratore delegato della Stella, ha preannunciato l’alba di una nuova era, salvo poi ritrattare in parte. Sì, il passaggio avverrà, a ritmi, però, graduale. Tagliare in maniera netta i veicoli a combustione interna dalla gamma significherebbe perdere diversi clienti.

Addirittura, la produzione di propulsori ICE potrebbe andare avanti oltre il 2030, in base a diverse variabili. Se la domanda, però, lo richiederà lasceranno un posto ai sistemi di alimentazioni classici. Vale con principale riferimento ai mercati in via di sviluppo, caratterizzati da una scarsa diffusione delle infrastrutture di ricarica delle BEV. Ciò non toglie che, entro il 2025, tutte le nuove architetture saranno al 100% elettriche, e l’idea è di offrire un portafoglio prodotti a batteria completo.

Filtra una luce di speranza

Le macchina a batteria hanno raccolto una magra accoglienza in Italia. Qualche timido segnale è giunto lunedì, quando gli ecobonus delle auto elettriche sono andati esauriti in poche ore. Attratti dalle generose agevolazioni concesse dal Governo, fino a 13.750 con rottamazione e reddito ISEE inferiore ai 30.000 euro, in parecchi hanno manifestato interesse. Ma è pure vero che, se passiamo in esame la classifica delle auto più vendute a maggio 2024, resta una nicchia.

Benché altrove vada un po’ meglio, l’esempio della Norvegia fa storia a sé, almeno nel Vecchio Continente. Perché la politica locale si è mossa con largo anticipo rispetto ai vicini di casa. Già negli anni Novanta aveva cominciato a sostenere le piccole e medie imprese locali a investire nelle auto elettriche. Non è un “miracolo” il fatto che i mezzi alla spina circolanti siano superiori dal punto di vista numerico alle controparti tradizionali, ma è stato il frutto di un lavoro trentennale.

Altrove il discorso è diverso e la nostra penisola ne è una palese dimostrazione. Nel 2023, Ferrari ha venduto 13.663 esemplari, generando un fatturato di 6 miliardo di euro. Detto altrimenti, ha piazzato più di 1.100 unità al mese. Nello stesso periodo, Stellantis ha venduto lungo lo Stivale appena 100 Fiat 500 elettriche ad aprile. Cifre allarmanti, specie considerando che è una delle utilitarie a zero emissioni da noi più gettonate.