Stop Fiat Panda: decisione drastica dopo il calo di vendite

Attraverso una nota, Stellantis comunica lo stop dell'impianto di Pomigliano d'Arco, dove vengono prodotte la Fiat Panda, l'Alfa Romeo Tonale e la Dodge Hornet

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 18 Ottobre 2024 09:32

Sembra mettersi sempre peggio la situazione degli impianti italiani di Stellantis. Anche se l’amministratore delegato della compagnia, Carlos Tavares, continua a dare rassicurazioni, gli indizi spingono a preoccuparsi. Se persino la Fiat Panda, l’auto più venduta del Lingotto, continua a non vendere, diventa complicato vedere il bicchiere mezzo pieno. È notizia delle ultime ore la decisione del gruppo di fermare Pomigliano d’Arco, sito dove, oltre alla mitica utilitaria, nascono l’Alfa Romeo Tonale e Dodge Hornet. Inoltre, con tempistiche differenti, arriva lo stop a Termoli e Pratola Serra.

Le date e il comunicato di Stellantis

Scendendo nello specifico, la linea della Fiat Panda rimarrà fuori servizio dall’11 al 29 novembre 2024. Nel comunicato diffuso da Stellantis, le misure vengono definite “necessarie per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse (…) il momento complesso è causato dalla mancanza di ordini legata all’andamento del mercato dei veicoli elettrificati in Europa”. Tuttavia, la società è determinata a garantire la continuità degli impianti e delle attività produttive.

In quel di Termoli, invece, il “rompete le righe” inizierà l’11 e terminerà il 24 novembre 2024, in merito ai motori Fire; e nelle singole giornate dell’11, del 15, del 18 e del 22 novembre 2024, per quanto riguarda le linee GME, GSE e V6. Nell’impianto di Pratola Serra, la disposizione avrà validità un paio di giorni, l’11 e il 12 novembre. Il provvedimento segue quello di Mirafiori, in cui la manodopera resterà ferma fino al 1° novembre, in attesa di ulteriori aggiornamenti. Presso lo storico stabilimento torinese nascono la Fiat 500e elettrica e due modelli Maserati.

Le possibili ragioni

Sebbene la nota eviti di fornire ulteriori dettagli, appaiono chiare i problemi incontrati dalle fabbriche, alla pari di altri stabilimenti italiani. L’intero settore automobilistico versa in un periodo di profonda crisi, dettata, innanzitutto, dalla scarsa domanda dei veicoli elettrici. I prezzi di listino elevati dei modelli a batteria costituisce uno scoglio importante per tantissime famiglie, le quali si ritrovano tagliate fuori, costrette a valutare delle alternative.

Il reddito medio lungo lo Stivale è, oltretutto, inferiore in confronto a certe vicine di casa, come la Germania e la Francia. Mentre l’amministrazione d’oltralpe di Emmanuel Macron continua a promuovere gli esemplari a zero emissioni, tramite una serie di agevolazioni, il ‘rubinetto’ è già stato chiuso nella nostra penisola. Gli ecoincentivi del 2024 riferiti alle BEV sono stati un successo, andati esauriti nel giro di poco, ma è stato giusto un fuoco di paglia. Poi è tornata la normalità.

Un secondo aspetto da valutare consiste nell’agguerrita concorrenza dei Costruttori cinesi. Supportate da Pechino, le rappresentanti della Terra dei Dragoni vanno avanti a guadagnare terreno nel mercato globale, grazie ai prezzi molto appetibili. Nel tentativo di fermarne la corsa, i Paesi membri dell’Unione Europea hanno approvato l’inasprimento dei dazi. Che, però, non dovrebbe avere degli effetti sui prezzi di listino, come sottolineato dalle dirette interessate. Un terzo elemento cruciale causa del momento “no” di Stellantis è l’eccesso di inventario negli USA, che ha costretto la società a rivedere al ribasso le previsioni di profitto e flusso di cassa.