Il Cashback è stato parte integrante dell’omonimo Piano Italia Cashless attivo dal dicembre 2020 con la prima prova, per poi entrare a tutti gli effetti con il programma completo dal primo gennaio 2021. Tutti ne erano a conoscenza, giacché se ne parlava ovunque, trattandosi di un’iniziativa in cui il Movimento 5 Stelle (M5S), allora al Governo, aveva creduto parecchio. Per rinfrescarci la memoria, consisteva in un rimborso del 10% della spesa per acquisti pagati con carte di credito, bancomat e app in negozi fisici.
In un fase storica tanto delicata, funestata dall’emergenza sanitaria da Covid, le istituzioni pensavano il tesoretto stanziato potesse ridare slancio all’economia locale e aiutare la popolazione a risollevarsi. Sostenere il consumo serviva a “far ripartire la macchina”, inceppatasi in seguito alla pandemia e alle conseguenze in termini economici nel caso di tantissime famiglie, le quali faticavano ad arrivare alla fine del mese, in assenza di entrate o, comunque, di importo assai inferiore rispetto a quando la situazione era ancora alla normalità.
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Le agevolazioni agli automobilisti
Avevano di che esserne felici gli stessi automobilisti, in quanto il Cashback valeva anche per gli acquisti di carburante. Ogni operazione dava diritto a un rimborso massimo di 15 euro ed era assolutamente necessaria l’installazione dell’app IO sul relativo smartphone, registrandosi con carta d’identità elettronica o sistema di identificazione SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale).
Ma oltre a ricevere indietro il 10% dei pagamenti effettuati con carta o bancomat nei negozi fisici, c’era anche un premio speciale, una sorta di bonus: si chiamava Super Cashback e prevedeva che le 100.000 persone con il maggior numero di transazioni nel corso di un semestre avrebbero ricevuto un bonifico aggiuntivo di ben 1.500 euro.
La rabbia del benzinaio
Ma, purtroppo, l’iniziativa non ha suscitato solo l’interesse di bravi e onesti cittadini. Al solito, purtroppo, dei furbetti, fiutato l’affare, hanno provato a trarre vantaggio della situazione, alle spese di chi ne aveva realmente bisogno. Con escamotage e trucchi apparentemente leciti, hanno provato a mettere le mani sulla più grossa somma di denaro. Lo stratagemma? Frazionare i pagamenti in più transazioni possibili. Ed è proprio quello che ha appena fatto un conducente alla pompa di benzina. Dovendo fare 20 euro di carburante, ha deciso di frazionare il rifornimento in 5 diverse tranche, tre da 5 euro, una da 2,50 e una da 2,44 euro.
Come potete immaginare, il benzinaio si è arrabbiato parecchio! Chiaramente, non sarebbe esatto parlare di violazione di legge, ma di un tentativo poco corretto forse sì. Sulla carta l’operazione era legale e lecito, ma il gestore della pompa paga un costo fisso e una percentuale su ogni transazione, quindi non è stata di certo una trovata simpatica quella del guidatore furbetto.
È quanto accaduto in provincia di Cremona, a Trescore Cremasco, sulla Strada Provinciale 2. Il benzinaio ha voluto proprio chiedere il motivo di tale comportamento all’automobilista, pensando addirittura che ci fossero dei problemi con il self service. L’uomo ha invece confessato con nonchalance di voler frammentare il suo pagamento di 20 euro in cinque differenti transazioni, per averne di più da conteggiare ai fini del Cashback. Stiamo sfiorando l’assurdo.