Alla luce di un settore dell’auto in Europa in calo drastico, afflitto da una domanda inferiore alle attese per le vetture elettriche e da una concorrenza cinese che galoppa forte anche all’interno dei confini continentali, si fanno sempre più insistite le voci di alleanze fra vari gruppi storici per affrontare insieme questo periodo così complesso e nebuloso. Storia di pochi giorni fa il rumor che ha messo insieme Renault, Stellantis e anche BMW. Una “santa alleanza” tutta europea che però è stata smentita quasi subito da uno dei diritti interessati alla vicenda: Carlos Tavares, AD di Stellantis.
Indice
Tavares pronto all’uscita nel 2026
Carlos Tavares ha parlato in occasione della visita allo storico stabilimento Peugeot di Sochaux. Qui, il portoghese numero uno del gruppo franco-italiano ha chiuso la questione di un accordo con Renault, liquidandola con un secco “pura speculazione“. Anche se qualcosa bolle in pentola e il titolo resta sotto pressione: a Piazza Affari ha chiuso al -4%. Sempre meglio della performance del Gruppo Stesso in Italia nel mese di settembre, dove ha concluso con un calo netto del -33%.
Tavares ha parlato anche del suo ruolo nell’organigramma di Stellantis e della sua possibilità di uscire nel 2026: “Tra due anni avrò 68 anni, un’età ragionevole per andare in pensione. Per questo è un’opzione. Se chiedete a mia moglie vi dirà che è una sua esigenza. Sono un buon marito“. Intanto, nei prossimi giorni ci sarà ad Auburn Hills (USA), un incontro programmato da diverso tempo che avrà fra gli ordini del giorno proprio i ragionamenti sul futuro di Stellantis nel dopo Tavares. Insomma, il CEO sembra proprio intenzionato a lasciare il passo a qualcun altro quando il suo incarico arriverà a fine mandato, senza ricercare una conferma.
Una crisi estesa
Osservando quanto succede intorno a Stellantis, Tavares non ha avuto paura di affermare che la crisi è estesa a tante altre grandi realtà continentali: “Non è solo Stellantis a essere in difficoltà nel settore, ci sono anche Volkswagen, Bmw, Mercedes e probabilmente non è finita. Incidono la regolamentazione e l’ambizione dei produttori asiatici“. Non è più un mistero che Volkswagen si sta interrogando sulla chiusura di alcuni suoi stabilimenti in Europa, a causa dall’assenza di domanda per i suoi veicoli elettrici, mentre BMW ha rivisto i propri piani a seguito di dati poco confortanti. Mercedes, invece, sta avendo più di una difficoltà proprio in Cina, uno dei mercati più importanti per la Stella.
Stellantis e la questione italiana
Tavares l’11 ottobre sarà sentito in Parlamento, anche se i sindacati che preparano lo sciopero di Stellantis e dell’automotive per il 18 ottobre non lo considerano un passaggio cruciale. “Noi non chiediamo né al governo né alla commissione, con tutto il rispetto verso il suo presidente, di ascoltare Stellantis o Tavares: noi chiediamo al governo di condizionare Stellantis e Tavares al rispetto di alcuni accordi, non ci interessa sentirli, il governo deve costringerli a venire a discutere, a spiegare che cosa fanno. Quando in Germania Volkswagen ha detto che chiudeva due stabilimenti, il cancelliere ha detto “Fermi tutti, tu non chiudi nulla: vieni da me“”, spiega Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil. Le opposizioni, intanto, hanno creato un tavolo politico comune sull’automotive.