Continua la guerra agli autovelox irregolari, accusati i Comuni che “fanno cassa”

Il tema degli autovelox continua a dividere il paese. Si sta scatenando una vera e propria battaglia tra associazioni e Comuni per la regolarità di questi dispositivi

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Antonio Russo

giornalista pubblicista

Laureato in Comunicazione e giornalista pubblicista. Dal 2012 è attivo nel mondo del giornalismo online. Amante dell'automotive e del motorsport si divide tra presentazioni di auto, moto e Gran Premi. Cresciuto nel mito di Valentino Rossi e Michael Schumacher spera un giorno di poter raccontare nuovamente le gesta di altri grandi campioni per l'Italia.

Pubblicato: 13 Ottobre 2024 15:48

Il mondo dell’auto in questi ultimi anni ha cominciato a concentrarsi in maniera sempre più massiccia sul tema della sicurezza. Le alte prestazioni raggiunte dalle vetture hanno spinto i costruttori a studiare anche modi per tenere al sicuro coloro i quali sono all’interno di questi veicoli. Sono stati studiati appositi crash test per testare la tenuta di queste auto e sono stati perfezionati alcuni strumenti tecnologicamente avanzati per ridurre al minimo il numero di collisioni.

Ci riferiamo naturalmente agli ADAS, che a partire dallo scorso luglio sono diventati obbligatori sulle nuove auto vendute. Il tema della sicurezza però deve essere affrontato in maniera congiunta da varie parti, proprio per questo anche le singole città si sono dotate di autovelox per limitare la velocità delle auto in determinate zone. Quest’ultimo atto però non sempre viene visto di buon occhio dagli automobilisti.

Autovelox irregolari? Cosa succede

In particolare di recente si è aperta una vera e propria polemica riguardante diversi autovelox che a quanto pare sarebbero irregolari. Le denunce di automobilisti e associazioni hanno fatto muovere anche la Procura. In particolare il Veneto, regione protagonista per i fattacci di Fleximan, ha messo sotto i riflettori diversi dispositivi che a quanto pare sarebbero non omologati. La Procura di Padova, infatti, ha aperto un fascicolo per falso ideologico dopo le denunce che sono state fatte nei confronti di quei Comuni che hanno installato questi apparecchi approvati dall’amministrazione, ma non omologati.

La recente sentenza della Cassazione (10505 del 2024) ha, infatti, chiarito che approvazione e omologazione non sono la stessa cosa. Lo strumento deve essere omologato a livello ministeriale così da garantire la precisione dell’apparecchio. Solo questo passaggio di conseguenza rende poi legittime le varie sanzioni. La Polizia giudiziaria ha effettuato gli accertamenti sugli autovelox installati a Padova e in altre città della medesima provincia: Cittadella, Fontaniva, Galliera Veneta, Carmignano di Brenta, Camposampiero, Piove di Sacco e Villa del Conte.

L’accusa delle associazioni

L’obiettivo è quello di capire se alcuni di questi dispositivi siano stati montati solo per permettere ai vari Comuni di fare cassa, una tesi portata avanti dalle associazioni di automobilisti. In particolare chi sta guidando questa crociata è l’associazione Altvelox ed il suo presidente Gianantonio Sottile. In particolare è finita sotto la lente d’ingrandimento la regionale 53, che passa per Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galleria Veneta. Una strada di 15 km con il limite a 70 km/h che conta 12 autovelox e che tra il 2021 e il 2023 ha portato ad un incasso derivante da multe di 17 milioni di euro.

In questi anni alcuni strumenti digitali si sono affinati nel rilevamento e segnalazione degli autovelox. Lo stesso Google Maps, ad esempio, segnala la presenza di questi dispositivi sulle strade. A differenza di altri però, questo li mostra solo quando si cerca una determinata destinazione. Maps però non mostra soltanto i dispositivi fissi, ma anche quelli mobili e solitamente chiede all’utente se quel determinato strumento di rilevazione mobile sia ancora presente o meno in quel punto. Una sorta di collaborazione tacita tra gli utenti per segnalarsi a vicenda la presenza di autovelox.