Incidente mortale, Harley-Davidson condannata: sanzione pesantissima

Un incidente mortale che ha visto coinvolta una Harley-Davidson Trike, il mezzo a tre ruote, ha ricevuto una condanna per l'azienda con sanzione

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Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 30 Agosto 2024 10:17

La corte suprema della contea di Livingston, nello Stato di New York, ha condannato Harley-Davidson a causa di un incidente mortale che ha coinvolto un suo Trike (uno dei mezzi a tre ruote della Casa di Milwaukee) nel giugno del 2020. La sentenza emanata ael tribunale è una delle più importanti mai pronunciate in materia di responsabilità dei costruttori nella sicurezza dei veicoli a motore negli Stati Uniti, ed è già stata impugnata dall’azienda motociclistica, che presenterà appello nei suoi confronti.

A cosa va incontro Harley-Davidson

Essere sconfitti in tribunale sarebbe un colpo basso per Harley-Davidson, non soltanto per l’elevatissimo danno economico al quale andrebbe incontro, ma anche – e soprattutto – in termini di immagine. Inoltre, la sentenza della contea di Livingston potrebbe fare giurisprudenza e invogliare altre vittime di incidenti simili a intraprendere azioni legali contro l’azienda, accrescendo la pressione su di essa in un periodo storico già ricco di nebulosità.

Intanto, però, è necessario ricostruire la vicenda. Nel giugno del 2020, l’allora settantacinquenne Harold Morris era alla guida del suo Tri Glide Ultra accompagnato dalla compagna, la sessantatreenne Pamela Sinclair, come passeggera. Morris perse il controllo del mezzo su una strada interstatale al confine con la Pennsylvania e il conseguente ribaltamento provocò il decesso immediato della donna, oltre a procurare all’uomo gravi lesioni che lo lasciarono in pericolo di vita per diverso tempo.

Al termine della convalescenza, Morris intentò una causa contro Harley-Davidson accusando il marchio di negligenza nella progettazione e nella produzione del modello e incolpando sin da subito il suo traction control. La coppia era già stata vittima di un altro incidente simile soltanto l’anno prima, sempre per un apparente malfunzionamento del controllo di trazione, riportando però ferite non gravi. Il veicolo fu poi affidato all’assistenza Harley che dopo ispezione e le dovute riparazioni lo restituì al suo proprietario.

Qualche mese dopo, in seguito al primo incidente di Morris, Harley-Davidson approvò il richiamo dei circa 12.000 esemplari di Tri Glide Ultra prodotti nel 2019 e dando come motivazione un possibile problema al software del controllo di trazione. In realtà fu utilizzata come giustificazione un’errata risposta all’input del sensore di velocità che avrebbe potuto determinare l’attivazione dei freni posteriori. Anche il Trike di Morris fece un passaggio in officina, pochi mesi prima del secondo incidente.

La tesi di Harold Morris

Nel corso della causa, gli avvocati di Harold Morris hanno sostenuto la tesi che l’azienda fosse al corrente dei difetti del suo dispositivo, ma che avrebbe preferito ignorarli per evitare i costi associati a una eventuale riprogettazione. Secondo quanto riportato da Morris, il guasto si sarebbe verificato “improvvisamente, inspiegabilmente, inaspettatamente e senza preavviso”, bloccando i freni e facendolo sbandare nella corsia opposta prima di terminare la sua corsa in un terrapieno.

La difesa di Harley-Davidson, invece, ha cercato di minimizzare l’entità di tale problema, affermando che entrambi gli incidenti, sia quello mortale del 2020 che quello del 2019, fossero scaturiti più che altro da errori del pilota anziché da difetti del veicolo. Tuttavia, le prove portate in tribunale, le testimonianze degli esperti e alcuni documenti aziendali hanno convinto la giuria a ritenere Harley-Davidson responsabile di grave negligenza, accogliendo la tesi che la casa abbia adottato scorciatoie per aggirare i requisiti per l’omologazione e deliberando così a favore di Morris, con tanto di risarcimento multimilionario.

Il maxi risarcimento

La sentenza ha riconosciuto alle parti lese un risarcimento di 287 milioni di dollari. La giuria della Corte Suprema della Contea di Livingston ha ordinato a Harley-Davidson di pagare a 120 milioni di dollari di risarcimento danni a Morris e altri 120 milioni di dollari agli eredi Pamela Sinclair. I restanti 47 milioni sono distribuiti in altri risarcimenti per il dolore e la sofferenza causati e i rimborsi delle spese mediche e di assistenza già sostenute e future.