Kit per imbrogliare all’esame della patente: la scoperta in Piemonte

In Piemonte è stata scoperta una banda che vendeva kit per imbrogliare durante l'esame teorico della patente di guida: ecco cosa includeva il kit in questione

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 10 Ottobre 2024 15:00

La scoperta della Polizia Stradale di Torino ha dell’incredibile: una banda di malviventi, infatti, aveva realizzato un vero e proprio kit per imbrogliare all’esame della patente, in modo da superare agevolmente la prova teorica che, per molti ragazzi, rappresenta un ostacolo spesso insormontabile che si traduce nella necessità di ripetere l’esame più e più volte.

Il kit in questione, completo con vari elementi, veniva venduto a fronte di un esborso di ben 3.500 euro. Secondo le indagini (ancora in corso), questo kit sarebbe stato utilizzato in almeno 22 episodi (in realtà, però, i casi potrebbero essere nettamente superiori). La banda aveva creato un vero e proprio network operativo in Piemonte, con una persona il cui compito era procacciare possibili acquirenti del kit e un altro componete utilizzato come “suggeritore” delle risposte, durante l’esame, tramite i dispositivi che compongono il kit. Il sistema funzionava per la patente B ma anche per altre tipologie di patenti. Per contrastare casi come quello scoperto in Piemonte è in arrivo un nuovo sistema contro gli imbroglioni con l’adozione di un apposito camice.

Cosa includeva il kit

Secondo la ricostruzione della Polizia, il kit per imbrogliare all’esame della patente comprendeva vari dispositivi come un auricolare e delle microcamere oltre a un piccolo router Wi-Fi, dei trasmettitori gsm e dei telefoni cellulari. I vari dispositivi dovevano essere opportunamente occultati con felpe e giacche, realizzate ad hoc per poter nascondere i vari elementi del kit che permetteva di imbrogliare all’esame della patente.

Utilizzare il kit era semplice: il candidato doveva inquadrare il monitor con le domande, sfruttando le microcamere nascoste in modo tale che un suggeritore, dall’altro capo della linea, potesse fornire le risposte giuste, permettendo così di completare l’esame senza errori o comunque con un numero di errori sufficiente a consentire il superamento della prova di teoria, necessaria per l’accesso alla prova pratica.

Le indigini sono in corso

Come riportato in apertura, al momento, le indagini sono ancora in corso e gli elementi da chiarire sono tanti, a partire dal numero effettivo di casi in cui per superare la prova scritta è stato usato il kit in questione. Gli inquirenti hanno ricostruito almeno 22 casi ma, in realtà, il fenomeno potrebbe essere molto più diffuso.

La banda che aveva messo su questa truffa sarebbe composta da tre persone oltre a una quarta per cui le ricerche sono ancora in corso. La base delle operazioni era il Piemonte. Al momento, non ci sono conferme in merito all’utilizzo di questo kit in altre regioni. Il caso, però, potrebbe essere più grande di quanto si pensi. Lo “schema” adottato dalla banda piemontese potrebbe essere stato replicato anche in altre regioni italiani.

Nel frattempo, la Polizia sta rintracciando le persone che hanno utilizzato il kit per superare illegalmente l’esame. Per questi automobilisti ci saranno delle inevitabili sanzioni, con anche conseguenze penali, oltre che l’annullamento della patente, con la necessità di dover rifare l’esame, questa volta senza trucchi. Maggiori dettagli in merito potrebbero arrivare nel corso delle prossime settimane.