Nell’immaginario collettivo la Salerno – Reggio Calabria rappresenta l’idea di un lavoro ‘infinito’ che si sa quando comincia ma non si sa quando finisce.
Questo perché i lavori per la realizzazione dell’autostrada cominciarono ufficialmente il 21 gennaio del 1962 con lo scopo di unire l’Italia dal Nord all’estrema punta dello Stivale ma sono terminati il 24 dicembre dello scorso anno con l’apertura al traffico della Galleria Laria, in provincia di Cosenza.
Insomma, ci sono voluti 55 anni per terminare l’A2.
Forse anche per aiutare gli italiani a dimenticare quanto tempo hanno dovuto attendere per la fine dei lavori è stato deciso di cambiare il nome all’autostrada.
Da ieri, martedì 13 giugno, infatti, la Salerno – Reggio Calabria si chiama Autostrada del Mediterraneo.
Lo ha annunciato il ministro Graziano Delrio, raccontando ai giornalisti di avere firmato il decreto “che la rinomina“, aggiungendo che l’A2 è stata “una storia lunghissima, di insuccesso e fallimenti. Adesso, invece, è diventata un’opera complessa, al servizio del territorio e che diventerà sempre più tecnologica, la prima ‘smart road‘ italiana“.
Il nome nuovo, però, è stato reso noto proprio nel giorno della fine dell’ultimo cantiere, ovvero il già citato 24 dicembre 2016, dal presidente dell’ANAS Gian Vittorio Armani, per cui l’Autostrada del Mediterraneo segue “un itinerario che attraversa il cuore meridionale del Belpaese, divenendo essa stessa meta e luogo di sosta, in grado di generare circuiti di opportunità per il territorio”.
Ci vorrà qualche anno – forse – per dimenticare il luogo comune della Salerno – Reggio Calabria come opera incompiuta.
Nel frattempo, però, basta a lunghe file, percorsi a doppio senso, incroci pericolosi, ecc. Ed è questo un gran successo.