È stata presentata lo scorso maggio a Palazzo D’Accursio a Bologna, nell’ambito della terza edizione di MobilitARS, la nuova proposta di legge nazionale per lo sviluppo delle “Città 30” e l’aumento della sicurezza stradale nei centri abitati. Promossa dalle associazioni Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis e dalla Fondazione Michele Scarponi, la proposta di legge intende favorire l’applicazione del limite di velocità a 30 km/h nelle aree urbane e nei centri abitati, anche grazie a un potenziamento del ruolo dei Comuni.
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Cosa sappiamo oggi
Il nuovo aggiornamento risale a ieri, lunedì 30 ottobre. Le opposizioni hanno richiesto l’applicazione del limite massimo di velocità a 30km/h in città. Salvini però ha replicato: “Autovelox e zone 30 ovunque non sono la soluzione”. (Fonte ANSA)
La proposta di legge è ora all’esame della Commissione Trasporti della Camera. Roberto Morassut, ex Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, sostiene che è assolutamente urgente “fermare la prima causa di morte nei giovani tra 15 e 29 anni”. E per questo si pensa al limite di velocità a 30 km/h nei centri urbani.
Il disegno di legge
La proposta di legge nazionale per imporre il limite di 30 km/h sulle strade cittadine è stata presentata nel corso di un confronto pubblico che si è tenuto sabato scorso nell’ambito di MobilitARS, il simposio bolognese dedicato all’arte della gestione della mobilità urbana.
Promossa dalle associazioni Legambiente, FIAB, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Amodo, Clean Cities, Asvis e Fondazione Michele Scarponi, la proposta di legge porta la firma di Andrea Colombo, ex Assessore alla mobilità di Bologna ed esperto in materia di ambiente e mobilità sostenibile.
Nella proposta di legge vengono tracciati, per la prima volta, quattro punti cardine che definiscono la “Città 30” e puntano a rivoluzionare le regole di circolazione nei centri abitati sulla scia di quanto già fatto in diverse grandi città europee.
La prima caratteristica di una “Città 30” è il rovesciamento di un vecchio paradigma: nelle città scelte per il nuovo disegno di legge, il limite massimo di velocità a 30 km/h diventa la regola per le strade urbane, mentre il limite a 50 km/h viene riservato alle strade a scorrimento veloce, considerate un’eccezione.
Una “Città 30” deve inoltre presentare un “adeguamento dell’infrastruttura stradale per la moderazione del traffico e della velocità”, un rafforzamento dei controlli e un adeguato programma di campagne educative e informative su mobilità sostenibile e sicurezza stradale.
Cosa prevede il progetto “Città 30”
La proposta di legge, che punta ad aumentare la sicurezza sulle strade ma anche a favorire la mobilità sostenibile e a migliorare la qualità della vita dei cittadini, prevede di abbassare il limite di velocità a 30 km/h su tutte le strade di quartiere, le strade ciclabili e gli itinerari ciclopedonali, quelli cioè che mostrano dispositivi di sicurezza a tutela di pedoni e ciclisti.
Il limite di 50 km/h in città, secondo la proposta appena presentata a Bologna, è destinato esclusivamente alle strade urbane di scorrimento di tipo D, quelle cioè separate da uno spartitraffico e che presentano almeno due corsie di marcia per senso di circolazione.
La proposta di legge prevede più poteri per i Comuni, che possono prendere provvedimenti per il contenimento della velocità anche senza interpellare il Ministero, anche tramite l’installazione di autovelox fissi o mobili sotto il controllo diretto degli organi di Polizia Stradale. Ai Comuni viene inoltre data la possibilità di usare le telecamere per l’accertamento di violazioni particolarmente pericolose, come la guida al cellulare e i sorpassi azzardati.
Milano e Bologna guidano la rivoluzione della mobilità
La proposta di legge sulle “Città 30” prevede anche una verifica dell’efficacia delle misure: ciascun Comune interessato a diventare una “Città 30” a norma di legge deve essere dotato di indicatori e strumenti per il monitoraggio annuale della mobilità cittadina, che prendano in considerazione non soltanto i dati sull’incidentalità, ma anche quelli su inquinamento atmosferico e acustico in città.
I primi a poter aderire alle definizioni incluse nella nuova proposta di legge saranno i Comuni di Milano e Bologna, che saranno i primi in Italia a sperimentare il limite a 30 km/h. Milano sarà una “Zona 30” a partire dal 1° gennaio 2024: salvo alcune eccezioni per le strade di scorrimento, nella città meneghina verrà applicato il nuovo limite di velocità a 30 km/h allo scopo di diminuire il numero degli incidenti e dei morti sulle strade.
A partire da giugno 2024 anche Bologna seguirà la stessa strada: l’Amministrazione ha infatti approvato tutte le linee di indirizzo per la realizzazione del progetto “Bologna Città 30”, che prevede di abbassare il limite a 30 km/h non soltanto nel centro storico, ma in tutto il territorio comunale – con delle eccezioni per le strade ad alto scorrimento, dove si potrà viaggiare fino a 50 km/h.