A partire dal 2020 abbiamo iniziato a parlare delle difficoltà molto gravi che ha vissuto il settore automobilistico in Europa e nel mondo. Lo sappiamo bene: il gran colpo è stato inflitto dalla pandemia di Coronavirus e dai conseguenti lockdown e blocchi alla circolazione, ma poi si sono susseguiti moltissimi altri momenti difficili.
Abbiamo assistito alla mancanza di materie prime e alla carenza di microchip e semiconduttori, indispensabili per la produzione di nuove auto. Per non parlare dello scoppio della guerra tra Russia e Ucraina – esattamente un anno fa, il 24 febbraio 2022 – della crisi energetica, dell’aumento vertiginoso dei prezzi del carburante alla pompa, e del conseguente calo repentino del potere d’acquisto degli italiani e dei cittadini dell’UE. Nonostante gli incentivi, anche queste forme d’aiuto non bastano e quindi le vendite di auto sono state in costante calo sino a fine 2022.
Pare che il 2023 sia iniziato con segno positivo. Un altro danno grave per il settore automotive è stato causato dal ritardo nella consegna di nuove auto. Oggi sembra esserci un'ulteriore spiegazione a questa difficoltà, oltre a tutte quelle indicate sinora.
Mercato auto: un attimo di tregua
Il mercato automobilistico sembra finalmente uscire - passo dopo passo - dalla gravissima crisi in cui è sprofondato per quasi 3 difficilissimi anni. Oltre al problema della guerra, alla carenza di microchip, ai costi dell’energia e del carburante alle stelle, alla mancanza di materie prime o ai prezzi troppo alti delle stesse, la produzione era rallentata parecchio.
E oggi, dietro ai ritardi nella consegna di auto nuove, c’è un altro fattore che non avevamo ancora considerato: non ci sono autisti, persone che possono guidare le bisarche. C’è bisogno di camionisti specializzati, e purtroppo non si trovano. Mancano i professionisti che possono occuparsi di questo tipo di trasporti.
Una delle motivazioni principali per cui si verifica questa enorme carenza di camionisti e addetti alla guida delle bisarche è ancora una volta la guerra tra Russia e Ucraina: oltre il 50% dei trasportatori che lavorano in Europa e Italia infatti è di cittadinanza ucraina.
Questi operatori professionali mancano proprio a causa del conflitto iniziato esattamente un anno fa; e quindi, oltre a non essere disponibili le bisarche per il trasporto delle nuove auto, addirittura non si trovano trasportatori che le possano guidare.
Consegne di auto nuove in ritardo: che succede
Il ritardo nella consegna di auto nuova quindi è legato a tutte le motivazioni che abbiamo elencato sinora . Purtroppo ancora oggi, mediamente, una persona che acquista la macchina nuova deve attendere parecchi mesi prima di poterla ritirare in concessionaria (anche 8/12).
Ormai è lecito chiederci, dopo 3 anni di disagi, quando finirà tutta questa situazione così difficile da gestire per il mercato automotive. Gli esperti pensano che la prima metà del 2023 sarà ancora colma di problemi, che forse inizieranno pian piano a essere risolti entro la fine dell’anno. A noi non resta purtroppo niente da fare, se non attendere eventuali sviluppi a riguardo.
Intanto c’è chi cerca di tamponare la situazione. Pare infatti che Stellantis abbia inviato un messaggio insolito ai suoi operari di Melfi. A causa dell’assenza sul territorio nazionale ed europeo di trasportatori ucraini che hanno interrotto la loro attività a causa della guerra, il Gruppo ha chiesto un cambio di mansione ai dipendenti.
“Serve personale per guidare le bisarche… occorre essere già in possesso della patente CK. Chi possiede solo la C, per il K le spese saranno a carico dell’azienda”. Una richiesta insolita, che ovviamente non è piaciuta agli operari: “Qui non si tratta neanche di cambio mansione, ma di cambiare addirittura mestiere, ormai non si capisce più nulla. Siamo talmente tanti che cercano tutti i modi possibili per mandarci via dalle linee, dopo gli incentivi al licenziamento e alle trasferte, ora ci propongono anche il cambio lavoro”.