Maserati, addio al centro di ricerche voluto da Marchionne

Maserati dice addio al centro di ricerche voluto fortemente dal compianto Sergio Marchionne. Entro la fine dell'anno i 400 dipendenti saranno trasferiti

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 30 Maggio 2024 18:31

Non c’è pace per Modena. Da qualche tempo a questa parte Maserati ha comunicato diverse misure di contenimento dei costi, e oggi il futuro appare nebuloso. L’inizio del ridimensionamento risale a dicembre 2023, costituito dalla cassa integrazione che ha toccato la classe operaia impiegata presso l’impianto. Quindi, un mese fa i responsabili hanno proclamato 173 esuberi, perlopiù ingegneri e progettisti, mediante uscite volontarie.

Smantellamento graduale: alla porta 400 dipendenti

Adesso, l’ennesima doccia fredda: lo storico Innovation Lab, centro di ricerca e sviluppo del Tridente, riceverà uno smantellamento graduale entro la fine dell’anno. I 400 operatori saranno trasferiti negli uffici della Torre a Modena. È buia la situazione, e vien naturale provare del rammarico pensando all’impegno profuso dal compianto Sergio Marchionne nel realizzare questo polo d’eccellenza. Credeva molto nel Made in Italy e la struttura aveva lo scopo di riunire alcune delle menti più brillanti in ambito motori. Ed emergono i dubbi circa la reale volontà di Stellantis di puntare sul territorio. Non che altrove lo scenario sia migliore, semmai è già stata data la resa. Chiuso nel 2023, lo stabilimento di Grugliasco cerca un acquirente. Intanto, pochi giorni fa le hanno rimosso le insegne.

“Li chiamano efficientamenti, razionalizzazione degli spazi, ma – recita una nota diramata da Fim Cisl, Uilm Uil, Aqcf-R e Fiom Cgil Modena – Stellantis persegue anche a Modena la politica di riduzione dei costi riconsegnando alla città uno spazio vuoto, appena ristrutturato, la ex Officina Orlandi di via Emilia Ovest che Marchionne aveva fortemente voluto per ampliare l’offerta di progettazione e ricerca sul territorio italiano e in particolare nella terra dei motori. Mentre lo stabilimento di via Ciro Menotti si barcamenava tra un ammortizzatore sociale ed un altro, in attesa di una autovettura che sarebbe arrivata solo nel 2021 con l’MC20, l’Innovation Lab Modena cresceva a dismisura arrivando a superare i 1.300 dipendenti.

La svolta che l’azienda ha comunicato nasce dalla volontà di ridurre fortemente i costi degli spazi, oltre che i costi del personale, attraverso il ridimensionamento del numero dei lavoratori e lo spostamento di quasi tutte le attività nello stabilimento storico di via Ciro Menotti – prosegue il comunicato –. Il destino dello stabilimento di via Emilia Ovest è segnato. Gran parte dello stabile era dedicato agli uffici e con uno smart working al 50% l’azienda si dice certa di poter utilizzare tutte le aree della torre Maserati (lato cavalcavia Crocetta) creata a fine Anni ‘90 dall’allora presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo”.

Tracollo per la supersportiva MC20

Ad allarmare ci pensano le immatricolazioni in forte calo registrate, in calo di un quinto nel 2023 rispetto al 2017. Nel quadrimestre di apertura del 2024 hanno riportato l’ennesima contrazione di oltre il 20% in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. E spaventa l’andamento della MC20, che, nonostante la qualità artigianale riposta dal team di designer e tecnici, ha avuto una calo nella domanda del 75%. Tenuto conto che è la principale produzione in quel di Modena, gli animi sono agitati. I rappresentanti dei lavoratori puntano il dito contro la scarsa attenzione del gruppo nell’area. E, alla luce dei recenti sviluppi, invocano un intervento del Governo.