Maxi richiamo Citroen per difetti agli airbag: migliaia di veicoli coinvolti

Sono circa 600.000 le vetture a marchio Citroen e DS coggetto di un maxi richiamo per il sistema di gonfiaggio degli airbag. Molte le difficoltà

Foto di Tommaso Giacomelli

Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 17 Maggio 2024 09:34

Citroen e DS Automobiles entrano in un vortice negativo, che coincide con un’operazione di maxi richiamo per migliaia di veicoli dei due brand francesi di Stellantis. Ai tantissimi possessori, infatti, è stata recapitata una lettera di richiamo per il sistema di gonfiaggio degli airbag prodotti dalla società Takata. Un guaio di notevole portata, anche perché il contenuto del sollecito è di smettere immediatamente di utilizzare l’automobile e di portarla il prima possibile in un’officina autorizzata per risolvere l’eventuale pericolo. Tuttavia, non sembra un’operazione così lineare e semplice.

La lettera di richiamo

Le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi di gonfiaggio potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggio dell’Airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte”, si legge nella lettera di richiamo pervenuta ai possessori di veicoli marchiati Citroen e DS. Un messaggio che ha allarmato, e non poco, tutti coloro che l’hanno letta. L’invito seguente – come specificato poc’anzi – è di recarsi nel minor tempo possibile da un riparatore autorizzato. Qui, però, emerge un’altra complessità.

Un problema ancora più grande

Come fatto notare da molti sventurati soggetti destinatari del richiamo, i riparatori dichiarano di non essere in possesso del pezzo di ricambio necessario e pertanto non è possibile effettuare alcun intervento. Una beffa nella beffa. Coloro che hanno portato il proprio veicolo presso le autofficine autorizzate alla riparazione, quindi, hanno dovuto scegliere tra rientrare a casa con il mezzo difettoso, a proprio rischio e pericolo, o depositare il veicolo presso la concessionaria fino a data da destinarsi, in attesa del ricevimento dei pezzi di ricambio.

Uno scenario che ha messo in crisi tante famiglie, che sono state messe nella condizione di trovarsi a un bivio, tra l’utilizzare un veicolo potenzialmente pericoloso e rimanere appiedati per un lungo periodo. L’unica speranza è che le aziende coinvolte in questo increscioso marasma riescano a ripristinare il danno, fornendo a tutte le officine autorizzate i mezzi per effettuare l’operazione alle migliaia di automobili marchiate Citroen e DS.

Le Citroen e DS coinvolte

Nella fattispecie sono coinvolte le vetture in commercio dal 2009 al 2019, quindi non le ultimissime generazioni, ma quelle appena antecedenti. In particolare il richiamo riguarda 497.171 Citroen C3 e 108.601 DS3, auto che hanno trovato terreno fertile anche tra i clienti italiani. Anzi parliamo, in particolar modo, della C3 come uno dei modelli stranieri più venduti nel Belpaese da tantissimo tempo.

In molti, purtroppo, lamentano ulteriori difficoltà nel mettere fine a questo incubo. Gli utenti, dopo aver ottenuto il codice, non riescono a fissare un appuntamento con le officine.  Al numero verde indicato nella lettera – che funziona solo con il fisso – dopo 50 minuti di attesa cade la telefonata. Non è possibile neppure fare rivalsa su Takata, l’azienda responsabile dell’installazione degli airbag sulle macchine francesi, poiché quest’ultima risulta in bancarotta dal 2017. Insomma, non sono giorni facili per chi possiede queste auto, ma la speranza è che Stellantis riesca a soddisfare tutti i clienti che riescono seriamente di rimanere a piedi.