Giorgia Meloni stronca l’addio a benzina e diesel: “Follia ideologica”

Giorgia Meloni non usa le mezze misure nel commentare l'addio imposto dall'Europa alle vetture a benzina e diesel: per la premier è una "follia ideologica"

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 7 Giugno 2024 11:34

Ok l’ideologia, ok la sensibilità ambientale. Tutto, però, ha un limite e secondo l’attuale premier italiana, Giorgia Meloni, con il bando delle vetture a benzina e diesel questo limite è stato superato. Che il Governo abbia più di qualche ritrosia a riguardo è cosa nota. Tuttavia, le dichiarazioni più categoriche sono state finora rilasciate quasi sempre dal vice, Matteo Salvini. Questione di ruoli, presiedendo il leader della Lega il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e forse anche di personalità.

Per una direzione più giusta ed equa

In pieno clima campagna elettorale, Meloni analizza la decisione della Commissione Europea di dire stop alle vetture a combustione interna. Intervistata da Open, la massima rappresentante del Governo ci arriva partendo da un tema di estrema attualità: la campagna di protezionismo attuata dagli Stati Uniti, che blocca l’invasione delle auto elettriche cinesi. Che alla Casa Bianca siederà Joe Biden e Donald Trump nel prossimo mandato, la Repubblica del Dragone verrà ostacolata. Addirittura, il tycoon ha affermato con fare perentorio che vuole fermare la vendita delle auto elettriche negli USA.

“La questione energetica – ha osservato Meloni – è cruciale anche per dare una direzione più giusta e più equa alla transizione ecologica, che per noi deve camminare di pari passo con la sostenibilità sociale e con la sostenibilità economica delle nostre imprese. Non ha alcun senso legarsi mani e piedi al solo elettrico senza essersi prima assicurati adeguato accesso alle terre rare e alle materie prime critiche che sono parte fondamentale della componentistica necessaria alla nostra transizione elettrica. Oggi l’Ue sembra essersene resa conto, almeno a parole. Il problema è che, ora che stiamo provando a chiudere la stalla, i buoi probabilmente sono già scappati da tempo”.

Follia ideologica da correggere

La Commissione UE ha stabilito il veto dei veicoli endotermici dal 2035 in avanti, con un incontro di aggiornamento fissato al 2026. L’organismo diretto da Ursula von der Leyen potrebbe allentare le maglie. Ad avviso della capolista di Fratelli d’Italia, sarebbe il caso, viste le circostanze. Gli ecobonus 2024 andati esauriti in appena 9 ore sulle elettriche invitano all’ottimismo, ma in rapporto ai sistemi tradizionali la quota di mercato rimane una nicchia. “Una delle priorità dell’Europa di domani sarà riportare razionalità e pragmatismo nella transizione ecologica ed energetica, rimettendo mano alle norme più ideologiche del “Green Deal”, assicurando la neutralità tecnologica e diminuendo le dipendenze strategiche. Vede, noi siamo conservatori, e i conservatori sono i primi difensori della natura.

Ma i conservatori difendono la natura con l’uomo dentro, e non considerano l’uomo un nemico da combattere – aggiunge la presidente del Consiglio dei ministri -. Invece, in questi anni, si è fatto l’esatto contrario. L’uomo è stato considerato un nemico e la prospettiva green è stata perseguitata anche a costo di sacrificare intere filiere produttive e industriali, come quella dell’automotive. Nessuno nega che l’elettrico possa essere una parte alla soluzione per la decarbonizzazione, ma non ha avuto alcun senso auto-imporci il divieto di produrre auto e diesel e benzina a partire dal 2035. È stata una follia ideologica, che va assolutamente corretta”.