Minicar, la sicurezza continua a rivelarsi un problema

Le minicar cominciano a stuzzicare sempre più sul mercato, ma non è tutto oro quello che luccica: nella sicurezza non si rivelano migliori delle moto

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 14 Luglio 2024 16:59

In un servizio andato in onda su Italia 1 de Le Iene Show avevano già messo la pulce nell’orecchio degli spettatori sulle minicar. Nonostante i costi importanti, per certi modelli anche superiori a un’utilitaria, era emerso come non garantissero affatto la stessa sicurezza delle automobili normali.

Mentre scriviamo costituiscono un vero fenomeno sociale, spesso richiamanti nel nome vecchie macchine del passato, capaci di spopolare con il loro brio e simpatia. Sulla base della normativa vigente in territorio italiano, si pensa che siano usate per lo più da ragazzini. Una supposizione comprensibile, tuttavia errata presi in mano i numeri di settore.

In realtà, infatti, lungo la nostra penisola gli utilizzatori minorenni non superano il 15% del totale, secondo un’indagine di DOXA: il 54% ha più di 45 anni e circa un terzo ne ha più di 55. Un controsenso? Cerchiamo di vederci chiaro, prendendo a riferimento dei valori oggettivi.

Cosa dice la legge

Il cosiddetto “quadriciclo leggero (massimo 4 kW di potenza, cilindrata massima di 50 cc – non ci sono limiti per i motori elettrici – non oltre 45 km/h di velocità massima), è richiesta la patente AM, che si può già conseguire a 14 anni. Per i “quadricicli pesanti” (15 kW di potenza massima, nessun limite di cilindrata, 80 km/h di velocità), invece, occorre la licenza B1, ottenibile a partire dai 16 anni. Se, invece, la massa a vuoto del mezzo è superiore ai 550 kg (per quelli adibiti al trasporto merci) o ai 400 kg (trasporto persone) è necessaria la patente B.

L’illusione della sicurezza

I giovani rampolli delle famiglie benestanti spesso si vedono sfrecciare con i modelli più accessoristi di questa categoria di veicoli. Le loro famiglie li preferiscono ai ciclomotori, considerandoli più sicuri di un esemplare a due ruote. In particolare a Roma le cui strade, spesso sconnesse, garantirebbero alle minicar una maggiore stabilità.

Maggiore stabilità, però, certamente non compensata da uno standard di sicurezza medio rassicurante, come del resto evidenziano i test condotti da Euro NCAP. Il che si traduce in rischi seri in caso di incidente. Il numero di sinistri che coinvolgono un quadriciclo leggero è di 409 (fonte ACI), di cui 152 (oltre il 37%) sono collisioni con autovetture; il 35% degli incidenti delle minicar non coinvolgono altri mezzi.

Chi le usa?

L’analisi occupazionale effettuata da DOXA segnala come la figura più rappresentativa rimanga quella del pensionato (24%), seguita dall’impiegato (21%); al terzo posto lo studente (19%). Significativa la presenza delle casalinghe, le quali guidano abitualmente un quadriciclo nel 10% dei casi.

Minicar circolante, pericolo costante

Una parte considerevole degli utenti di questi mezzi sono persone non più in possesso di patente per i più diversi motivi: perdita di punti, sanzioni penali o per mancato superamento dei test medici per il rinnovo. Ciò indurrebbe a suggerire una certa prudenza a chi dovesse incrociarne una per strada: in realtà gli investimenti di pedoni da parte di minicar sono quasi la metà, in percentuale, di quelli dovuti a autoveicoli. È tuttavia vero che gli incidenti con protagoniste le prime sono dovuti principalmente al comportamento di guida. Ma, forse, questa è una caratteristica che condividono con le cugine maggiori…