Dove vanno i soldi delle multe a Roma? Interviene il Codacons

Tramite esposto, il Codacons esorta l'Amministrazione Comunale di Roma a fornire delle risposte sul come siano stati utilizzati i soldi provenienti dalle multe

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 31 Agosto 2024 11:49

In teoria, i proventi delle multe andrebbero investiti per migliorare la sicurezza della circolazione stradale. E nella pratica? Più di qualche dubbio sorge a Codacons, che entra a gamba tesa contro la gestione di Roma, rea, a suo avviso, di aver perseguito degli obiettivi differenti. Secondo quanto dispone la legge, gli introiti derivanti dalle sanzioni vanno riservati ad ambiti come le infrastrutture, segnaletica e barriere comprese, nonché al potenziamento delle attività di controllo e all’accertamento delle violazioni. Agli interventi va destinato il 50% del tesoretto accumulato tramite multe e il 100% garantito dagli autovelox.

L’esposto del Codacons

L’esposto presentato in Procura e alla Corte dei Conti fa riferimento al 2023. Stando alla documentazione, la giunta capitolina non avrebbe ancora usato le risorse maturate per gli scopi prefissati. Lo scorso anno l’Amministrazione Comunale avrebbe, infatti, percepito 172 milioni di euro dalle multe, 39,5 milioni in più rispetto al 2022 (+29,7%). Nello specifico, 165 milioni provengono dalle contravvenzioni ordinarie, 7,5 dai rilevatori di velocità. Il Codacons ha pertanto diffidato il Comune a “impiegare i proventi delle sanzioni pecuniarie derivanti da violazioni del Codice della Strada in conformità a quanto disposto dagli artt. 142 co. 12 bis, co. 12 ter, co. 12 quater e 208 del Codice della Strada”, recita una nota.

Premesso che saranno le autorità incaricate a pronunciarsi in merito, stabilendo la fondatezza o meno delle accuse, alcune proteste cominciano a sollevarsi. Le politiche attuate suscitano perplessità soprattutto alla luce del grave scenario attuale. Infatti, solo nel 2023 si sono registrate 193 vittime della strada, di cui 43 pedoni. Segno di una netta discrepanza tra le promesse agli elettori e la realtà. Sebbene i principali responsabili delle tragedie siano conducenti poco prudenti (come minimo), adottare delle valide contromisure aiuterebbe a contrastare la piaga. Anche perché il costo sociale ammonta a quasi 18 miliardi di euro, equivalente all’1% del PIL nazionale.

Le criticità denunciate dagli organi di controllo e sicurezza stanno spingendo il Governo a rivedere il Codice della Strada, con la riforma attualmente ferma in Senato. Ricevuto l’ok alla Camera, il testo rimane oggetto di discussione e il principale fautore, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, confida nell’approvazione entro la fine di settembre. Rispettare la scadenza appare, comunque, complicato, dato il continuo protrarsi dei confronti, il che lascia immaginare un ritardo.

Interrogazione parlamentare

Sul tema sono attivi gli organi comunitari. È, infatti, obiettivo della Commissione UE azzerare le vittime della strada entro il 2050, pure attraverso l’introduzione obbligatoria di tecnologie ausiliarie alla guida, quali il limitatore automatico di velocità, a partire dal mese di luglio, causa della messa in fuori produzioni della Fiat 500 termica e dell’Abarth 595.

Tornando al contenzioso di Roma, le opposizioni nei municipi esortano a fornire delle delucidazioni sulle modalità di utilizzo del denaro pubblico ottenuto con le multe. Mediante interrogazione parlamentare, le istituzioni vengono sollecitate a motivare il mancato uso delle risorse nella manutenzione stradale e nella segnaletica nel 2022 e nel 2023. Inoltre, si chiede “quali siano le intenzioni ed i rimedi che questa Amministrazione Municipale intende attuare per utilizzare al più presto i fondi di cui trattasi per le finalità per le quali sono preposte dalla legge senza incorrere nel danno erariale”.