L’ombra delle sanzioni su Stellantis, taglio di produzione per benzina e diesel

Le sanzioni che scatteranno per chi sfora i limiti della CO2 in Europa spaventano Stellantis, che è pronta a tagliare la produzione di auto endotermiche

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Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 22 Ottobre 2024 09:24

Il momento storico è decisamente delicato e Stellantis giace al centro di un vortice di questioni, spesso spinose e delicate. Oltre a entrare in conflitto con il Governo italiano, che chiede conferme al Gruppo industriale sulla continuità di investimento e produzione nel nostro Paese, la realtà franco-italiana nata dalla fusione tra PSA e FCA adesso deve fronteggiare la crisi del settore al meglio delle proprie potenzialità, assistendo però alla scarsa domanda verso i veicoli elettrici senza il supporto degli incentivi statali, e ha da preoccuparsi per ciò che riguarda le possibili sanzioni che l’UE ha pianificato per chi oltrepassa il limite di CO2. Soglie che saranno vigenti a partire dal 2025. Questo limite costringerà molti costruttori europei a introdurre delle soluzioni drastiche e Stellantis ne ha pensato una che fa molto rumore.

Ridurre la produzione di auto a benzina e diesel

Da una parte le auto elettriche non si vendono, dall’altra bisogna cercare di non incappare in sanzioni milionarie. Dunque, che cosa dovrebbe fare Stellantis – al pari di altri costruttori europei – per uscire da questo tunnel di difficoltà? La soluzione alla questione è quella paventata da Jean-Philippe Imparato, recentemente passato dal comando di Alfa Romeo al ruolo di Chief Operating Officer Enlarged Europe. Il manager francese ha spiegato come la sua azienda, per essere proprio sicura di non incappare nelle multe, dovrebbe vendere circa il 24% di auto elettriche tra tutto il suo venduto in Europa.

Peccato che le vendite abbiano rallentato pesantemente e anche l’arrivo dei nuovi modelli sembra non aver ricevuto l’accoglienza sperata. Almeno per ora. Allo stesso modo ancora non si comprende bene l’impatto che potrà avere il marchio Leapmotor, che porterà una ventata di proposte abbastanza economiche a trazione elettrica. Un jolly importante, anche se – come detto – bisognerà capire quanto influirà sulle vendite finali. Quindi, non resta che una singola soluzione, secondo il board di Stellantis, cioè abbassare il numero di auto a benzina a diesel immesse sul mercato, per far diminuire di conseguenza le emissioni medie, anche con meno auto elettriche vendute. A prima vista pare un contro senso e una proposta illogica, ma per evitare un male maggiore si sceglie quello minore.

Le sanzioni spaventano il mondo auto

Uno scenario del genere, di certo non ottimistico ma molto pragmatico, è simile a quello che aveva paventato anche Luca de Meo, nel ruolo di presidente di ACEA, quando aveva richiesto ai politici un ripensamento sui nuovi limiti che scatteranno a partire dal prossimo anno. Potrebbe essere letto in questa chiave il fermo agli stabilimenti italiani, che ormai producono soltanto auto endotermiche, dato che la linea di assemblaggio delle Fiat 500 elettrica a Mirafiori è ferma da settimane.

Tornando alle sanzioni, chi fra i costruttori non dovesse raggiungere i nuovi standard di emissioni della flotta venduta, andrà incontro a sanzioni di 95 euro per grammo in eccesso, da moltiplicare poi per il numero di auto vendute. Il rischio è che la multa totale possa toccare i 10 miliardi di euro, e dunque le scelte per evitarla potranno essere anche drastiche. Come quella di non produrre auto.