Il papà di Luca Salvadori dopo la morte del figlio: “Barriere messe in modo criminale”

Il papà di Luca Salvadori, attraverso un messaggio sul canale YouTube del figlio ha deciso di raccontare questi giorni di dolore e di denunciare un grave errore

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Antonio Russo

giornalista pubblicista

Laureato in Comunicazione e giornalista pubblicista. Dal 2012 è attivo nel mondo del giornalismo online. Amante dell'automotive e del motorsport si divide tra presentazioni di auto, moto e Gran Premi. Cresciuto nel mito di Valentino Rossi e Michael Schumacher spera un giorno di poter raccontare nuovamente le gesta di altri grandi campioni per l'Italia.

Pubblicato: 10 Ottobre 2024 10:37

Luca Salvadori ha lasciato un segno indelebile nel mondo del motociclismo, al netto dei risultati in pista. Il suo essere pilota-influencer ha creato un qualcosa di nuovo in questo mondo che potrà essere d’ispirazione per le generazioni future. Il rider milanese, infatti, negli anni ha saputo allargare a dismisura i confini della pista portandola sullo schermo dei telefonini di milioni di teenagers che grazie a lui hanno cominciato ad appassionarsi ad uno sport che ti dà tanto, ma che all’improvviso, come è capitato proprio a Luca, ti toglie tutto.

Purtroppo, infatti, Luca Salvadori si è spento lo scorso 14 settembre, ad appena 32 anni, all’ospedale di Lipsia, in seguito ad un incidente avvenuto nel pomeriggio sul circuito di Frohburg, durante il campionato IRRC Superbike. Una vita intera vissuta a pane e motori, lui che era figlio di quel Maurizio Salvadori che qualche anno fa ha messo in piedi la Trident Racing.

La denuncia del papà di Luca

Proprio quest’ultimo ha deciso di parlare dopo qualche giorno di comprensibile silenzio. Ha deciso di usare quello spazio che si era creato online Luca, come un padre che dopo il lutto trova il coraggio di entrare nella cameretta del figlio. Con voce incerta ha prima di tutto deciso di ringraziare i fan che in questi giorni di dolore hanno deciso di accompagnare la famiglia con messaggi di conforto. Quei follower che da freddi numeri si sono trasformati in persone che hanno abbracciato Luca virtualmente in questo suo ultimo viaggio.

Papà Maurizio però, subito dopo, con il suo solito tono pacato, ha deciso di affrontare anche il tema della sicurezza: “Non ci sono le immagini ufficiali. Luca era perfettamente cosciente dei rischi di queste gare e l’incidente con Grams è una fatalità. Allo stesso tempo però mi sento di dire che le barriere di protezione predisposte fuori quella curva sono state messe in una maniera criminale”. Parole forti, ma che allo stesso tempo non cercano di individuare un colpevole, piuttosto provano a far si che la morte di Luca possa in qualche modo gettare luce su problematiche che in futuro potrebbero causare altri decessi in pista.

La rivelazione di papà Maurizio

Andando avanti Maurizio Salvadori ha anche svelato una situazione che si è venuta a creare dopo la morte del figlio: “Ho parlato con alcuni piloti che seguivano Luca e che, dopo l’incidente, mi hanno detto di essere intenzionati a smettere. Non si può giocare con la vita dei piloti animati da sacro e sano entusiasmo ma che si affidano a organizzazioni del tutto incompetenti”. Una denuncia sicuramente importante questa che getta nuovamente luce su un tema molto delicato come la sicurezza.

Purtroppo noi tutti siamo abituati a vedere in TV il top del motociclismo come ad esempio la MotoGP, dove gli standard di sicurezza ormai hanno raggiunto livelli altissimi. Nel Motomondiale c’è addirittura una commissione formata da ex piloti che si occupa solo di questo. Il problema però risiede in quel sottobosco di categorie lontane dalle luci della ribalta, dove spesso non vengono tenute in considerazione alcune regole che sarebbero troppo costose da seguire. La speranza, come si è augurato lo stesso Maurizio Salvadori, è che fatti del genere si riducano sempre di più.