Pedaggio autostradale automatico, nuovo TargaGo: parte la sperimentazione

Il telepedaggio potrebbe sparire a breve, lasciando posto al pedaggio autostradale automatico: il vicepremier Matteo Salvini ne conferma l'adozione sperimentale

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 25 Luglio 2024 12:48

Il futuro del pedaggio autostradale è automatico? Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha annunciato l’espansione del sistema TargaGo, un’evoluzione tecnologica che permette di pagare i pedaggi tramite la lettura della targa, associata a un conto bancario. Già sperimentata con successo sulla Pedemontana dal 2015, prevede l’addebito automatico della tariffa. Così facendo, la gestione dei pagamenti viene semplificata e gli utenti hanno una maggiore flessibilità.

La ‘fase Beta’ (per usare un termine familiare agli esperti di informatica) terrà banco sulla tangenziale di Napoli, dopodiché, in caso di feedback positivo, verrà il momento di allargare gli orizzonti. A ogni modo, non vi è alcuna intenzione di affrettare i tempi, anche perché ci troviamo in un periodo ‘particolare’.

Con l’esodo estivo entrato nel clou, diverse famiglie sono sul punto di preparare le valigie e recarsi in una località di villeggiatura. Eventuali disservizi del pedaggio autostradale automatico renderebbero la viabilità un supplizio e le critiche degli utenti sarebbero dietro l’angolo. Meglio essere prudenti e procedere in maniera graduale, concedendosi il margine per possibili accorgimenti.

Ok alla sperimentazione

All’interrogazione parlamentare Salvini ha illustrato il piano in corso di attuazione. Premesso che è prematuro per parlare di via libera definitivo, ci troviamo forse in procinto di un grosso cambio di passo.
“II Mit (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ndr) ha accolto favorevolmente l’iniziativa di sperimentare questo nuovo sistema automatico di esazione del pedaggio per i possibili vantaggi che l’utenza potrebbe ricavarne, sia in termini di velocizzazione dei transiti che in termini di riduzione delle emissioni inquinanti”, ha dichiarato il leader leghista, attuale numero due, insieme ad Antonio Tajani, della premier Giorgia Meloni.

“Il sistema funziona con l’identificazione della targa nel rispetto della privacy del cliente al passaggio della vettura nelle corsie gialle del casello. Non è richiesta la fermata per il pagamento”, ha aggiunto il massimo esponente della Lega. Dunque, ha voluto mettere in chiaro un punto, onde evitare di incorrere in fraintendimenti: l’autorizzazione ministeriale è “circoscritta” all’attività sperimentale. Prima di ingranare la quinta e dire addio al telepedaggio bisognerà fare una prova sul campo. Giusto allora, laddove i riscontri fossero positivi, vi sarebbero gli estremi per l’approvazione permanente.

Perché andarci cauti

Una serie di fattori invita ad andarci cauti. “Si tratta di una sperimentazione di cui dobbiamo valutare le certificazioni e dobbiamo testare l’efficacia e la sostenibilità. Solo all’esito della sperimentazione – ha concluso – potremmo valutare se il nuovo sistema di esazione, che rimane complementare a quelli già esistenti, potrà essere integrato al regime del servizio autostradale oppure no“.

Nelle prossime settimane forse si sbloccherà qualcosa pure in merito alla riforma del Codice della Strada. Ottenuto l’ok dei Deputati, il disegno di legge si trova ora in Senato. Le lungaggini burocratiche sono figlie anche della complessità della materia.

Tra l’omologazione degli autovelox e la stretta sui conducenti rei di mettersi al volante sotto effetto di sostanze (alcoliche o stupefacenti), il ddl ha tutta l’aria di una rivoluzione. In aggiunta ai temi appena menzionati, il testo contiene delle misure più severe nei confronti di chi usa senza criterio lo smartphone alla guida.