Nella nostra penisola aumentano a vista d’occhio i casi di furto delle batterie per auto elettriche. Mentre i ladri sono pronti ad accaparrarsele, i proprietari sono dissuasi dal comprarle e, di questo passo, il passaggio a una mobilità ecologica diventa complicato. Sulle cause dell’emergenza circolano delle teorie contrastanti, in parte dettate da pregiudizi difficili da mandare via, seppur privi di fondamento.
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Perché la malavita ne è attratta
All’interno degli accumulatori sono custoditi dei materiali preziosi come il litio, elemento fondamentale nella produzione dei componenti ad alte prestazioni. In piena transizione ecologica, la richiesta globale è aumentata a livello esponenziale. Il valore di un battery pack è in grado di raggiungere cifre considerevoli e, di conseguenza, costituisce un bersaglio molto appetibile per la malavita. Una convinzione errata diffusa è quella secondo cui venga fatto ricorso al piombo. In, esso è stato sostituito da materiali più performanti e meno inquinanti tipo, appunto, il litio.
È vero, le BEV dispongono pure di una piccola unità al piombo da 12V, adibita ad alimentare i sistemi elettronici di bordo. Comunque, gode di “popolarità” inferiore rispetto al componente principale al litio, di maggior valore e meno complesso da piazzare. Una volta ottenuta, la “refurtiva” viene spesso piazzata sul mercato nero, così da estrarre materiali preziosi o effettuare una vendita diretta a prezzi moderati. Oltre a danneggiare i proprietari delle vetture derubate, date le spese ingenti richieste dalla sostituzione, il commercio illegale alimenta anche un circuito economico parallelo, diretto a finanziare attività criminali.
Il crescente numero di episodi ha un impatto negativo sulla diffusione della mobilità a zero emissioni. Che già fatica a prendere largo, soprattutto in quei Paesi dove il reddito medio risulta modesto. L’esempio dell’Italia ne è una prova lampante: maturato un exploit a giugno 2024, la quota è già tornata alle solite soglie nel mese successivo. Non appena gli ecoincentivi sono andati esauriti (sono stati necessari meno di dieci ore), la situazione è tornata alla normalità. D’altronde, era facile metterlo in conto, vista l’elevata soglia delle macchine nuove a batteria.
La soglia psicologica dei 25.000 euro
Rimanere sotto i 25.000 euro è un importante traguardo, raggiunto giusto da una manciata di modelli venduti nel Vecchio Continente. Benché sia facile addossare la responsabilità alle speculazioni degli stessi produttori, in realtà incide la situazione geopolitica e socioeconomica. Nello specifico, ha un impatto gravoso la scarsa quantità di terre rare disponibili, a largo appannaggio della Cina. Non solo il costo della manodopera è inferiore, ma Pechino si trova nella posizione di applicare un importante margine di guadagno sulle terre rare.
Gli oneri e i tempi di attesa di una batteria sostitutiva dissuadono i potenziali acquirenti dei veicoli full electric. In aggiunta, diversi proprietari rinunciano a parcheggi nei luoghi pubblici, limitando ancor di più il ricorso a mezzi a zero emissioni. In contrasto alla malavita, esistono una serie di valide accortezze da porre in atto, inclusa l’adozione di validi antifurto. Il mercato pullula di proposte, adatte a vari budget, dai low-cost meccanici ai sofisticati satellitari. Sottoscrivere una polizza sui furti è altresì una buona contromisura.