Portabici: il TAR conferma le nuove regole del Ministero dei Trasporti

Il TAR Lazio ha respinto il ricorso dei produttori di portabici e confermato la legittimità delle circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 4 Settembre 2024 10:00

La questione dei portabici in Italia è stata oggetto di un cambiamento per via della sentenza del TAR del Lazio, che ha riabilitato le circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) emesse nel 2023. Queste circolari erano state inizialmente criticate, portando a un ricorso da parte dei costruttori di portabici e portasci, che contestavano le nuove regole imposte dal dicastero. Il caso è diventato un punto di discussione centrale per il settore automotive e ha sollevato interrogativi sulle implicazioni legali e pratiche per produttori e consumatori.

La vicenda delle circolari del MIT sui portabici

La vicenda ha inizio con l’emissione della circolare 25981 del 6 settembre 2023 (“Determinazione delle caratteristiche e delle modalità di installazione delle strutture portascì e portabiciclette, applicate a sbalzo posteriormente, o sul gancio di traino a sfera sui veicoli di categoria M1“), seguita dalla circolare 30187 del 12 ottobre 2023, che hanno ridefinito le modalità di installazione e le caratteristiche dei portabici e portasci applicati a sbalzo posteriormente o sul gancio di traino a sfera, per i veicoli di categoria M1 (autovetture). Le nuove norme stabilivano una serie di limitazioni dimensionali stringenti per i dispositivi, oltre a reintrodurre l’obbligo di collaudo presso la Motorizzazione Civile.

Queste circolari hanno subito scatenato reazioni negative sia da parte delle associazioni di categoria che dai consumatori. Da un lato, i produttori lamentavano l’impossibilità di rispettare le nuove dimensioni imposte senza rivedere completamente la progettazione dei prodotti. Dall’altro, i consumatori, abituati a utilizzare portabici già omologati senza limitazioni particolari, si sono ritrovati obbligati a sostenere spese aggiuntive – valutate tra i 200 e i 350 euro – per il collaudo dei dispositivi, pena l’applicazione di multe salate.

La sospensione delle circolari e l’intervento del Consiglio di Stato

A seguito delle proteste, le circolari sono state impugnate da vari costruttori e importatori di portabici che hanno presentato ricorso al TAR del Lazio. In un primo momento, il Tribunale amministrativo aveva rigettato il ricorso, ritenendo che non ci fosse un danno immediato evidente, dal momento che nessuna vettura era stata ancora sanzionata. La vicenda ha avuto una svolta a gennaio 2024, quando il Consiglio di Stato ovvero il giudice amministrativo di secondo grado ha sospeso l’efficacia delle circolari con un provvedimento temporaneo.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto che le istanze dei ricorrenti fossero meritevoli di accoglimento, in particolare per l’assenza di un periodo transitorio di adattamento che permettesse ai produttori e ai consumatori di adeguarsi alle nuove regole. Sono stati evidenziati possibili profili di discriminazione: i veicoli immatricolati all’estero non avrebbero infatti dovuto sottostare alle stesse norme, creando una evidente disparità rispetto a quelli italiani.

Più precisamente, alla base della decisione dei giudici di appello c’è stata “l’assenza di un periodo transitorio di adeguamento” e la “necessità di approfondire in sede di merito i motivi fondati sulla violazione della normativa comunitaria in particolare per i potenziali profili di discriminatorietà“.

Portabici, la decisione del TAR del Lazio e il ripristino delle circolari

Il 27 e 28 agosto 2024, il TAR del Lazio ha emesso due sentenze che rigettano definitivamente il ricorso dei costruttori, di fatto riabilitando le circolari del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il TAR ha stabilito che i motivi addotti dai ricorrenti non erano sufficienti a giustificare l’annullamento delle circolari, confermando quindi la loro validità. Nonostante la sentenza favorevole al MIT, le circolari non sono immediatamente tornate in vigore. A seguito del provvedimento di sospensione del 19 gennaio 2024 firmato dal direttore generale del MIT, le circolari resteranno sospese finché non verrà formalmente rimosso il provvedimento di sospensione. Solo allora, le regole torneranno pienamente efficaci.

Una delle principali preoccupazioni sollevate dal Consiglio di Stato, ossia la presunta discriminazione nei confronti dei veicoli immatricolati in Italia rispetto a quelli esteri, è stata sostanzialmente rigettata dal TAR. Il tribunale ha stabilito che le normative nazionali, pur dovendo essere coerenti con quelle europee, possono imporre requisiti più stringenti per motivi di sicurezza, senza necessariamente violare i principi di non discriminazione.

La questione dell’adeguamento tecnologico

La vicenda giudiziaria delle circolari del Ministero sui portabici mette in evidenza un altro tema: la questione dell’adeguamento tecnologico. Molti dispositivi, come i portabici da gancio di traino, sono stati adottati negli ultimi anni fino a diventare una soluzione diffuse per i consumatori grazie alla loro praticità.

Le normative aggiornate obbligano i produttori a rivedere i progetti per rispettare le nuove specifiche tecniche, portando a un impatto non solo economico, ma anche sul piano della ricerca e sviluppo. Viene quindi alla luce un dilemma tipico dell’industria automobilistica e degli accessori: bilanciare la spinta all’innovazione con la necessità di garantire la sicurezza e conformità normativa. Le imprese potrebbero dover sostenere investimenti per rispettare i nuovi requisiti, mentre i consumatori dovranno affrontare l’incertezza legata all’adeguamento dei propri dispositivi già acquistati​.

Le possibili conseguenze e scenari futuri sul caso dei portabici

Le conseguenze pratiche della riabilitazione delle circolari del MIT sono impattanti per una vasta platea di utenti. Qualora le circolari tornassero in vigore, i possessori di portabici e portasci non conformi alle nuove normative si troverebbero a dover sostenere costi aggiuntivi per il collaudo o addirittura sostituire i dispositivi. Allo stesso tempo, i costruttori e gli importatori dovranno rivedere la produzione per rispettare i nuovi standard dimensionali e di sicurezza imposti dalle circolari.

Le associazioni di categoria hanno già preannunciato un nuovo appello al Consiglio di Stato, qualora le circolari venissero riattivate. Ciò lascia intuire che la vicenda potrebbe non essere conclusa e che potrebbero esserci altri sviluppi legali nel prossimo futuro.

La complessità del quadro normativo italiano

Il caso dei portabici solleva riflessioni sul quadro normativo italiano e sulle modalità con cui vengono gestite le nuove disposizioni tecniche per i dispositivi automobilistici. La necessità di garantire la sicurezza stradale deve essere bilanciata con l’esigenza di evitare oneri eccessivi per i consumatori, soprattutto in un settore, come quello delle attrezzature per auto, che coinvolge un ampio numero di utenti.

La decisione del TAR del Lazio di riabilitare le circolari del MIT è un passaggio centrale, ma la vicenda non sembra ancora completamente risolta. Le possibili ripercussioni legali e pratiche potrebbero estendersi nei mesi successivi, soprattutto se l’appello al Consiglio di Stato dovesse concretizzarsi.