Il costo dei carburanti è un tema sulla bocca di tutti, in Italia la situazione è ormai scivolata di mano da tempo, siamo arrivati a superare la soglia dei due euro al litro. Un vero e proprio salasso per le famiglie del Bel Paese, ma anche per le aziende del settore degli autotrasporti, e non solo.
Le ripercussioni sono parecchie, e anche sugli altri settori. Primo su tutti quello dei generi alimentari, che in Italia viaggiano prevalentemente su ruote, e che registrano quindi un’impennata dei costi preoccupante.
In tutto ciò, spesso ci si chiede quanto costa la benzina nel mondo e che posto occupa l’Italia nella classifica globale. Secondo il Codacons in alcuni Paesi un pieno costa anche solo un euro, per arrivare a cifre che superano anche i 145 euro. L’associazione dei consumatori ha paragonato le differenti situazioni a quella dell’Italia, denunciando: “Le famiglie italiane solo per i rifornimenti di carburante spendono in un anno circa 7,4 miliardi in più rispetto alla media UE e questo a causa della tassazione eccessiva su benzina e gasolio”.
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Prezzo benzina: la più costosa e la più economica
La benzina che costa di più al mondo si trova a Hong Kong, in Cina. In città infatti un litro di verde costa quasi 3 euro e quindi fare un pieno per una vettura di media cilindrata significa dover sborsare la “modica cifra” di 146 euro.
Per contro invece ci sono Paesi in cui un pieno costa solo un euro. Stiamo parlando del Venezuela, dove la benzina costa meno di due centesimi al litro, al cambio attuale. Il Paese può contare sul 18% circa del greggio totale (46,9 miliardi di tonnellate circa). Anche in Iran troviamo una situazione molto simile, il costo della benzina infatti è di soli 3 centesimi al litro.
L’analisi del Codacons
Il Codacons ha svolto la sua analisi e oggi evidenzia questi dati, dando un’immagine globale più o meno completa, e riflettendo su altri Paesi che possono essere considerati dei “casi limite”; come l’Islanda – messa un pelo peggio di noi – dove il prezzo della benzina arriva a 2,20 euro al litro e quindi un pieno mediamente arriva a costare 110 euro, e al contrario invece il Kuwait è un altro dei luoghi in cui si paga meno la verde, che costa 25 centesimi al litro, e quindi 12,50 euro un pieno.
Anche in Africa troviamo situazioni simili, ci sono Paesi dove un pieno arriva a 15 euro al massimo, come Angola, Algeria ed Egitto. Mentre in Europa si registrano grosse differenze tra Paesi, visto che si passa da luoghi come la Polonia, dove un pieno costa circa 65 euro, all’Olanda, dove si pagano anche più di 106 euro per un rifornimento completo di carburante.
Costo benzina Europa: la classifica
La classifica dell’Europa vede i Paesi Bassi in testa, con una media di 2,129 euro al litro, la Danimarca al secondo posto (2,086 euro), la Grecia (prezzo al litro medio 2,040 euro) e la Finlandia (2,026 euro). L’Italia non è messa molto meglio, anzi, arriva infatti al quinto posto con un prezzo medio della benzina pari a 2,001 euro al litro. Seguono la Francia (1,971 euro) e la Germania (1,942 euro).
Agli ultimi posti la Polonia (1,313 euro al litro), Malta, con un prezzo medio della verde di 1,340 euro al litro, e la Bulgaria, dove invece la benzina costa 1,449 euro al litro.
Costo diesel Europa: la classifica
Per quanto riguarda il gasolio invece la classifica cambia: al primo posto tra i Paesi più costosi c’è la Svezia, dove il diesel costa 2,225 euro al litro, seguono la Finlandia (2,039 euro) e il Belgio (1,955 euro). L’Italia anche in questo caso non è messa benissimo, al sesto posto della classifica con una media di 1,938 euro al litro. In fondo ci sono ancora Malta (1,210 euro al litro), la Polonia (1,313 euro al litro per il diesel) e la Bulgaria (1,450 euro).
La denuncia del Codacons: “Le famiglie italiane solo per i rifornimenti di carburante spendono in un anno circa 7,4 miliardi in più rispetto alla media UE e questo a causa della tassazione eccessiva su benzina e gasolio, che porta i prezzi alla pompa ai vertici della classifica europea. L’ennesima dimostrazione di come il Governo debba impegnarsi seriamente per congelare nell’immediato le accise e per introdurre meccanismi che riducano automaticamente il peso delle accise al crescere dei listini alla pompa”.