Niente più auto storiche e d’epoca all’interno del Raccordo di Roma: lo ha deciso il sindaco Gualtieri per la sua città, firmando l’ordinanza che ne vieta appunto la circolazione, nonostante gli appelli e le richieste da parte degli appassionati, dei Registri e delle Federazioni. Il sindaco è irremovibile, ha deciso e non torna indietro.
Tutti coloro che hanno un’auto storica o d’epoca oggi hanno il divieto, senza deroghe, di circolare nel centro di Roma. Una linea durissima quella presa dal sindaco, pronto a scontrarsi con Registri e Federazioni, con club storici e associazioni. Il perimetro racchiuso dal raccordo anulare è off limits: le vetture storiche e d’epoca devono restare fuori.
Che cosa ne pensano gli appassionati
Mario Bardelli, titolare coi fratelli Gianluca e Barbara della storica officina romana autorizzata Jaguar, che si occupa di assistenza di auto Jaguar, ma anche Rolls-Royce, dichiara: “Il sindaco ha messo agli arresti domiciliari le auto storiche. Le costringe a stare in garage, scontentando tutti gli appassionati di auto storiche che usano le loro vetture a malapena una volta al mese. Sono modelli che rappresentano la nostra storia, l'arte a quattro ruote, e Roma così viene privata di un pezzo della sua storia”.
A Roma non tutti hanno il garage, quindi tante auto d’epoca sostano sulla strada pubblica. E ora, dove andranno a finire? Secondo Bardelli: "Chi ha una Ferrari, si presume la tenga in garage, mentre il possessore di un Cinquino non sempre ha questa fortuna, e spesso lo tiene sotto casa: per il Codice della Strada però il veicolo parcheggiato su strada è considerato in circolazione, ed è destinato a essere multato”.
Il sindaco non cambia idea
Auto storiche, mezzi a benzina fino a Euro 2 o a diesel fino a Euro 3 non possono più circolare nel Raccordo. Nessuna deroga, nessuna apertura, nonostante le vetture classiche a Roma siano meno di 10.000, su un totale che supera i 4 milioni di veicoli.
Il pensiero di ASI e ACI
Alberto Scuro, presidente dell’Automotoclub Storico Italiano, spiega: “In Italia circolano quasi 57 milioni di veicoli e, di questi, quelli ultraventennali sono circa 16 milioni. La percentuale di questi ultimi che risultano certificati come storici è del tutto irrilevante ma per continuare a rappresentare la risorsa culturale ed economica che sono per il nostro Paese devono poter essere tenuti in vita attivando specifiche deroghe inerenti la circolazione. Quelle che abbiamo richiesto a Roma riguardano i veicoli di interesse storico e collezionistico in possesso del Certificato di rilevanza storica registrato in Motorizzazione e quindi al Ced. Vorremmo fosse consentita la loro circolazione nei giorni festivi e prefestivi e dalle ore 17.00 alle 5.00 di quelli feriali. Oltre, naturalmente, in occasione di manifestazioni e per recarsi presso i centri di revisione”.
Secondo il presidente dell’ASI, non devono essere demonizzati i veicoli storici come fonte di inquinamento ambientale importante, anzi. Le auto d’epoca e storiche devono solo essere viste e percepite per la loro valenza culturale.
Interviene anche l’ACI, il presidente Angelo Sticchi Damiani, con una lettera aperta inviata a Gualtieri, chiede di salvaguardare la qualità e fare una distinzione tra auto storiche e auto vecchie. Si legge: “L’ACI ritiene che il vero valore da salvaguardare sia la qualità, ecco perché non è importante la percentuale delle auto dotate di Certificato di rilevanza storica e collezionistica rispetto al parco circolante di Roma, ma nel centro di Roma dovrebbero accedere i modelli che rappresentano un’indiscutibile testimonianza dell’industria dell’automobile nel tempo. Auspichiamo che tutti i provvedimenti destinati a incidere in questo settore, siano sempre riconducibili a una ratio ben chiara: quella di tutelare e preservare il valore del vero patrimonio storico motoristico italiano”.