Renault saluta la Formula 1. Con una nota, il gruppo francese annuncia la decisione definitiva di abbandonare la competizione regina del motorsport, dopo quasi mezzo secolo. Coinvolta, tra alti e bassi, dal 1977, è stata pioniera del primo motore turbo in F1, introdotto al Gran Bretagna di quello stesso anno, poi adottato da ogni team rivale fino alla messa al bando nel 1989. Dominate le piste con i suoi potenti propulsori a otto e dieci cilindri, la Casa concluderà il programma nel 2026. Spesso ha centrato dei successi in pista, culminati in ben 19 titoli iridati, di cui dieci costruttori e nove piloti.
Comunicata inizialmente nello scorso mese di luglio, l’uscita di scena ha sollevato parecchie proteste. Con scioperi e manifestazioni ad hoc, i lavoratori hanno sperato di convincere la società a scendere verso più miti consigli. Ad esempio, durante il GP d’Italia erano apparsi indossando striscioni e magliette con lo slogan “Viry or Track”. Un impegno lodevole, ma insufficiente a far cambiare idea a Renault. E circa 500 dipendenti, presso lo stabilimento di Viry-Châtillon, rischiano ora il posto.
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Negoziati a vuoto
L’amministratore delegato Luca de Meo ha intrattenuto diversi negoziati coi sindacati, prima di metterci una pietra sopra. I discorsi si erano ormai arenati. Il manager meneghino non è mai sembrato molto coinvolto nella F1. Le rassicurazioni fornite circa la mancata messa in vendita della scuderia vengono infrante, in nome del business. Già in passato capi del gruppo avevano mostrato una certa ambivalenza a riguardo. Louis Schweitzer, che vide le monoposto di Renault spadroneggiare in pista negli anni Novanta, dispose il ritiro nel gennaio 1997. In propria ‘difesa’, evidenziò come fosse un passo inevitabile a causa dei grossi buchi finanziari e al bisogno di tagliare i costi.
Dopodiché, il famigerato Carlos Ghosn ha posto in secondo piano le corse. Il punto più alto (o più basso, dipende dalla prospettiva) risale alla minaccia di lasciare il Circus nel 2015. I deludenti risultati raccolti da Alpine nella stagione attuale, ben al di sotto delle attese, dovrebbero aver avuto un peso decisivo. Perlomeno lo indicano fonti vicine, perché i portavoce motivano il passaggio ai powertrain Mercedes a vari fattori, tra cui la volontà di ottimizzare le risorse e focalizzarsi su altri progetti. Il centro di Viry verrà convertito in un “centro di eccellenza ingegneristico e di alta tecnologia già da fine 2024”. Comunque, le relative attività “facendo eccezione per lo sviluppo di un nuovo motore, verranno mantenute fino a fine stagione 2025”.
Hypertec Alpine, il nuovo centro
Philippe Krief, amministratore delegato di Alpine, ha commentato: “La creazione di questo centro Hypertech Alpine è fondamentale per la strategia di sviluppo di Alpine e, più in generale, per la strategia di innovazione del Gruppo. Si tratta di un punto di svolta nella storia del sito di Viry-Châtillon, che garantirà la continuità del savoir-faire e l’integrazione delle sue competenze rare nel futuro ambizioso del Gruppo, rafforzando al contempo la posizione di Alpine come ‘garage dell’innovazione’. Il suo DNA da corsa rimane una pietra miliare del marchio. Continuerà ad alimentare un progetto industriale e automobilistico senza precedenti, grazie in particolare all’Hypertech Alpine”.