Salvini: “Abbandondare le auto diesel e benzina è una fesseria”

Matteo Salvini non è d’accordo con l’abbandono delle auto diesel e benzina: per il ministro dei Trasporti fare full-in sull’elettrico sarebbe un passo falso

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 6 Maggio 2024 16:17

Dire no alle auto diesel e benzina è una fesseria e mettere fuorigioco il motore termico sarebbe un suicidio”. Tra gli ospiti della presentazione del Salone dell’Auto di Torino 2024, Matteo Salvini non usa mezzi termini per esprimere tutto il proprio dissenso circa le politiche messe in atto dall’Unione Europa.

Misure controproducenti

Già in precedenti occasioni il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti aveva bocciato la transizione ecologica in corso. Benché comprenda le ragioni alla radice dei provvedimenti, su tutti il bando dei propulsori tradizionali nel 2035, misure troppo drastiche crede diverranno controproducenti.

Mancherebbero, infatti, di prendere in considerazione qual è la quadro attuale, dove le BEV rimangono troppo onerose per la maggior parte delle famiglie. Gli elevati costi da attribuire ai componenti impediscono alle aziende del Vecchio Continente di tenere le soglie d’accesso dei listino sotto certi livelli.

In particolare, le batterie rimangono un fardello importante da sostenere. Complice il netto predominio cinese sulle materie prime e nello specifico sulle terre rare, colmare il gap è ancora più complicato.

Il leader leghista è intervenuto alla conferenza, con lo sguardo proiettato alle prossime elezioni europee di giugno. Spera in un dietrofront da parte delle istituzioni che saliranno al potere, giacché gli oneri da sostenere sono troppo pesanti: “Spero che chiunque vada in Europa nel prossimo mandato al di là degli scontri elettorali riconsideri la follia e il furore ideologico degli ultimi anni che ha messo fuori competizione un intero settore”.

Perplessità sugli incentivi

Matteo Salvini non ha risparmiato neppure gli incentivi, perlopiù riservati ai veicoli a basse e zero emissioni. Nella nostra penisola il tesoretto disposto dal precedente Governo Draghi è in forte difficoltà a emergere e acquisire appeal. Ad avviso dell’onorevole, gli effetti positivi saranno molto limitati.

“I bonus sulle auto elettriche raramente rimangono in Italia perché le elettriche in Italia sono marginali e la maggior parte sono cinesi ha dichiarato -. Siamo nel libero mercato, ma mi chiedo che senso abbia mettere un miliardo di denaro pubblico quando una buona parte di questo miliardo finisce a Pechino e non a Torino”.

Sulle agevolazioni, lo ricordiamo, i contributi del 2024 continua a farsi attendere. Sebbene Adolfo Urso, a capo del dicastero delle Imprese e del Made in Italy, abbia rassicurato circa l’imminente arrivo, il fatidico giorno continua a subire degli slittamenti.

Erogarli dovrebbe conferire slancio al settore, che pur in crescita nel primo quadrimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023, accusa un pesante ritardo in confronto ai valori pre-pandemici (-22,4%).

Autovelox e Città 30

Verso le battute conclusive, Matteo Salvini ha desiderato esprimere la propria opinione su due temi a lui particolarmente cari: gli autovelox e le Città 30. Sui dispositivi di rilevazione della velocità, crede abbiano “senso solo dove maggiore è l’incidentalità”, la filosofia applicata anche nelle modifiche vagliate al Codice della Strada.

In merito alle zone a 30 km/h il politico è altrettanto categorico: “Viaggiare a 30 in alcune città non è sostenibilità, ma è caos. In alcune zone è sacrosanto, in altre non serve a nulla”. Nessun passo indietro, insomma, sui pareri manifestati in passato.