La Vespa è una compagna di vecchia data degli italiani, che da quasi ottant’anni sono innamorati di lei. È uscita dalle macerie di una Nazione a pezzi, accompagnando lo Stivale baciato dal Mediterraneo sulla sella per fuggire verso un futuro prospero e carico di felicità. E ci è riuscita, perché la Vespa ha incarnato amabilmente lo spirito dei suoi tempi, dove creatività, genio, forza di volontà e gioia di vivere erano al primo posto.
Per questa ragione il veicolo di Piaggio è stato in grado di diventare un mito dell’Italia, portabandiera dell’ingegno nostrano in tutto il globo. La piccola e coraggiosa Vespa è stato il faro di generazioni, che insieme a lei hanno sognato e raggiunto l’agognata libertà di muoversi, in modo democratico e divertente. Per tutte queste motivazioni, bisognerebbe riconoscere a questa instancabile due ruote il ruolo di monumento nazionale. La pensa così anche il Governo, con il ministro Matteo Salvini in prima fila.
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Il valore della Vespa di Piaggio
“La Vespa della Piaggio è un nostro patrimonio, un linguaggio universale dell’Italia nel mondo e non può essere lasciata ferma in un garage. Per questo, la Lega chiede che venga inserita tra i veicoli di interesse nazionale“. Così in una nota la Lega spiega che “dopo il Salva-Casa, vogliamo salvare quest’icona rivoluzionaria degli anni ’50 e ’60 che ha rappresentato uno spaccato dell’Italia e degli italiani e che, tutt’oggi, con oltre 20 milioni di modelli venduti e circolanti nel mondo, oltre 140 evoluzioni delle varie versioni e 615 Vespa club sul solo territorio nazionale con 90 mila iscritti, è uno dei nostri simboli più riconosciuti“. Così Salvini incorona la Vespa a regina nazionale delle due ruote e prospetta di salvarle il futuro. La storia dinamica di questo mezzo non è ancora pronta per essere incastrata soltanto in un museo a Pontedera.
L’Odg della Lega per salvare la Vespa
“Abbiamo infatti presentato un Odg – specifica la Lega – per far entrare questo oggetto fra i veicoli di interesse nazionale, prevedendo anche la sua esclusione dalle eventuali limitazioni alla circolazione per emissioni di inquinanti atmosferici sulle strade urbane ove previsto dalla legislazione locale, nazionale ed europea. Dagli anni della Dolce Vita, quello che era nato come mezzo di trasporto, ha superato la sua funzione originaria ed è diventato una vera e propria icona di stile, libertà e bellezza commercializzata in 83 Paesi in tutti i continenti“.
“Indimenticabile – rammenta sempre la nota – la scena con Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze Romane del 1953 in sella su una Vespa bianca che diede il via ad una storia tutta italiana che Fellini ne La Dolce Vita consacrò definitivamente. Da lì in poi, il Bel Paese agli occhi del mondo si spostava in Vespa e da Hollywood a Bollywood, passando per i film nostrani, la Vespa ha “recitato” in più di 1000 film. Un’espressione storica, culturale, artistica del nostro Paese che non può fermarsi ma che deve essere tutelata a tutti gli effetti anche dalle politiche europee del green deal”. Qualcosa bolla in pentola per la Vespa di Pontedera, che ha ancora una voglia di matta di pungere i suoi fedeli innamorati.