Non c’è pace per gli autovelox. Anche nel cuore dell’estate, durante il ponte di Ferragosto, questi apparecchi non smettono di tenere banco e di alzare qualche polverone, buono da leggere sotto all’ombrellone in riva al mare. Peccato, però, che le questioni trattate possano essere indigeste. Da più parti vengono accusate delle Amministrazioni che utilizzerebbero questi dispositivi di rilevamento della velocità su strada per incassare soldi in modo indiscriminato per incrementare le casse comunali. Tutto è da dimostrare, ma è una questione che si somma ad altri sperperi di denaro
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Uso improprio di autovelox: incassi da record per alcuni Comuni
L’associazione “Uso improprio autovelox” ha annunciato di aver depositato presso i Carabinieri denuncia in capo alle indicate Autorità provinciali chiedendo alla Procura Generale della Repubblica e Procura di Treviso, che nei loro confronti si proceda penalmente per tutti i reati che saranno ravvisati dall’Autorità Giudiziaria. Le aree interessate dalla missiva sono quelle di Cittadella, Carmignano di Brenta, Fontaniva e Galliera Veneta: “questi i sindaci denunciati che sulla regionale 53 hanno istallato e utilizzano 12 autovelox – si denuncia – in un tratto di 15 chilometri. Una strada ampia dritta e sicura con pochi incidenti (per fortuna) e una sede viaria che difficilmente si può percorrere a 70 Km/H – risultato 17 milioni di euro incassati dal 2021 al 2023“.
Una cifra monstre che secondo questa associazione è spropositata. Sempre secondo loro, i Comuni hanno cercato di fare cassa tramite gli autovelox, che non sarebbero stati installati per dare una mano alla sicurezza stradale, ma semplicemente come bancomat per incassare soldi freschi da riversare nelle proprie casse. Ovviamente seguiranno dei procedimenti e l’accusa è tutta da dimostrare. Come sempre, in questi casi la giustizia farà il suo corso, che non sarà breve. Vedremo quali saranno le conseguenze e le soluzioni prese.
Autovelox nella tempesta
Poche settimane fa la squadra di polizia giudiziaria della sezione di Polizia stradale di Cosenza, a seguito di indagini delegate dalla locale Procura della Repubblica sulla non legittimità del sistema di rilevamento delle violazioni della velocità effettuate con la strumentazione denominata T-Exspeed v 2.0, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip presso il tribunale ordinario del capoluogo bruzio.
Gli operatori della Polizia Stradale, dopo la delega di indagini emessa dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sarebbero riusciti a scovare degli elementi che hanno permesso al Gip di rilasciare provvedimenti di sequestro che riguardano misuratori di velocità denominati T-Exspeed v.2.0 con postazioni fisse per il rilevamento della velocità, sia media che puntuale, dislocate lungo la SS 107 e la SP 234 del territorio della provincia di Cosenza, la SS.106 delle Calabrie.
Gli accertamenti realizzati hanno consentito di constatare non soltanto la mancata omologazione ma anche l’assenza del prototipo del sistema di rilevamento, elementi indispensabili per accertare la legittimità delle violazioni rilevate da tali sistemi, di proprietà di società private che noleggiano a enti locali, con il rischio serie di danno erariale nel caso di ricorso da parte di utenti a cui spesso i giudici aditi riconoscono oltre l’annullamento del verbale anche il risarcimento delle spese. Un’altra brutta storia di soldi pubblici gettati al vento.