Conosciamo tutti il Tutor, dispositivo capace di leggere le targhe di tutti i tipi di veicoli grazie a due postazioni a distanza collegate con un elaboratore centrale che calcola i tempi di percorrenza e rileva le violazioni dei limiti di velocità.
La causa in oggetto continuava dal lontano 2006 e oggi, finalmente, è arrivata la decisione finale della Corte d’Appello in merito ai Tutor Autostradali. È stato stabilito che Autostrade per l’Italia deve rimuovere e distruggere tutti i dispositivi installati, perché sono definiti mezzi che costituiscono violazione di brevetto.
La causa si è quindi conclusa con l’abolizione del Sistema di Sorveglianza Autostradale sottoforma di Tutor installato da Autostrade per l’Italia nei tratti di strada gestiti dall’azienda stessa, che li ha ricevuti in concessione. Titolare del brevetto di questi macchinari è una piccola azienda di Greve in Chianti, il suo nome è Craft, ed è stata fondata da un ex tecnico della Galileo Romolo Donnini, che è stato assistito dal professor Vincenzo Vigoriti e dall’avvocato Donato Nitti; l’accusa era di contraffazione del brevetto a carico di Autostrade per l’Italia, che ha effettivamente perso la causa.
Per questi motivi è giunto immediatamente l’ordine di distruggere i tutor presenti sulla rete autostradale accompagnato dal divieto assoluto di produrre, commercializzare e usare il sistema in oggetto, brevettato appunto dalla piccola società toscana.
Per ogni giorno di ritardo, Craft sarà tenuta a ricevere la somma di 500 euro, come sanzione civile a carico di Autostrade per l’Italia, che dovrà anche pagare le spese legali. La Craft non ha diritto ad alcun risarcimento danni, ma potrà chiedere all’impresa gestrice della rete autostradale di acquistare il brevetto.
La decisione presa dalla Corte d’Appello di Roma fa sicuramente discutere e, in parte, anche gioire gli automobilisti. Resta comunque inappellabile, visto che il sistema di sorveglianza e controllo della velocità era presente sulle nostre autostrade ormai da anni, ma è sempre stato viziato da violazione di brevetto. E finalmente Craft è riuscita a riconoscerne la proprietà di brevetto e obbligare Autostrade per l’Italia a eliminare tutti i dispositivi presenti sulle nostre vie di comunicazione.
Tra l’altro, Autostrade per l’Italia, nel 2015, aveva fatto ricorso alla Corte chiedendo di riconoscere la nullità del brevetto Craft; la Corte aveva respinto il ricorso e oggi la piccola azienda di Greve in Chianti è riuscita a far valere le sue ragioni. Ora resta solo da attendere se Autostrade per l’Italia acquisterà il brevetto, unica alternativa resa disponibile da Craft.