Vanno avanti incessanti le discussioni circa sarà il futuro di Stellantis e l’importanza dell’Italia nelle strategie del conglomerato, votato alla ricerca del massimo profitto, con ricchi dividendi da distribuire tra gli azionisti. Una buona parte degli introiti spetta, però, al management interno, su tutti al CEO Carlos Tavares.
Indice
Il corrispettivo del 2023
L’amministratore delegato, apparentemente rasserenatosi dopo gli attacchi verbali mossi all’Italia per l’assenza di incentivi alla transizione energetica, ha percepito un compenso ridotto nel 2023 rispetto all’anno precedente. Dai 14,9 milioni di euro del 2022 è sceso a quota 13,5 milioni: cifre che a una persona comune servirebbero diverse vite per accumulare. Nella fattispecie, lo stipendio base è di 2 milioni di euro, invariato da un triennio, alla quale se ne aggiungono 11,5, calcolati sul rendimento effettivo.
Se la retribuzione standard è minore, il premio di performance fa lievitare la somma per la conversione di Stellantis in leader della mobilità a basse e zero emissioni, pari a 10 milioni di euro. In quella direzione si sta muovendo, del resto, il mercato, perciò è assolutamente comprensione la politica vagliata dal fornitore di mobilità. Che, lo ricordiamo, persegue il fine di proporre in Europa un portafoglio prodotti composto solo da BEV entro la fine del decennio del corso, e il 50% negli Stati Uniti. Il programma, chiamato Dare Forward 2030, è la strategia che andrà a influire sulle manovre del domani.
Il corrispettivo è senza dubbio elevato, da qui il proliferare delle polemiche sui social, dove diversi utenti contestano la politica del colosso dei motori. L’impressione della fazione ostile è di assistere a una filosofia contraddittoria. Se, infatti, cerca in maniera ossessiva di stringere la cinghia a livelli di costi produttivi, e quindi di compensi alla manodopera, sul fronte opposto il management societario accumula delle enormi ricchezze.
Incidono i risultati record
Prima di emettere sentenze, bisogna, però, anche contestualizzare. Sotto la guida di Tavares, Stellantis ha, infatti maturato risultati record, con un margine del 12,8% nel 2023. Al contempo, sussistono delle zone d’ombra, specialmente in ottica italiana.
Il gruppo, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, ha, infatti, anche riservato dei bocconi amari alla manodopera della nostra penisola. Che può sì consolarsi con le recenti parole distensive pronunciate da Tavares, ma pur sempre legittimato a sentirsi messo in secondo piano. A supporto della tesi i detrattori tirano abitualmente in ballo la nuova Panda elettrica, la cui presentazione è già stata fissata al prossimo 11 luglio (quando il Lingotto compirà 125 anni), sorgerà in Serbia.
Pomigliano d’Arco andrà avanti a costruire la generazione attuale, ribattezzata Pandina, fino al 2026, dopodiché è avvolta nel mistero l’identità della vettura chiamata a prenderne il posto. Dei brusii di sottofondo li aveva già sollevati la Topolino, ennesima pedina importante della gamma Fiat, che, a dispetto del nome, richiamante la Cinquina degli esordi, viene assemblata in Marocco.
In confronto agli omologhi di importanti compagnie quotate in borsa, la cifra ottenuta da Tavares risulta, comunque, essere nella media. Ad esempio, i CEO delle prime 20 aziende al mondo per fatturato guadagnano fino a sei volte di più rispetto al portoghese.