Stellantis Renault, possibile fusione per salvare l’automotive in Europa

Tornano con prepotenza le voci sulla possibile fusione tra Stellantis e Renault. Nonostante le smentite di Elkann, le parti avrebbero intavolato i negoziati

Foto di Manuel Magarini

Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 30 Settembre 2024 09:13

Risalgono al 2019 le prime voci sulla fusione tra l’allora Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Renault. L’idea di un mega polo industriale, capace di far concorrenza a Toyota per numero e prestigio di marchi, solleticava le fantasie. E ora ci risiamo. Secondo diverse fonti, Stellantis e Renault sarebbero in aria di nozze. Qualora l’operazione andasse in porto, il Vecchio Continente, ma anche il mondo intero, avrebbe un nuovo sicuro protagonista da qui ai prossimi anni. Entrambe le realtà hanno parecchie frecce al proprio arco, dai brand generalisti, da Citroën a Dacia, a quelli di lusso, tipo Maserati.

Una smentita di Elkann che non convince

In via ufficiale, John Elkann smentisce a Reuters: “Non c’è alcun piano in fase di studio per quanto riguarda le operazioni di fusione con altri produttori”. Ma pare comunque celarsi sotto qualcosa, vista l’insistenza dei rumor. Uno dei principali promotori dell’accordo risponderebbe al nome di Emmanuel Macron. Se giungerà la fumata bianca, il baricentro di Stellantis si sposterebbe in direzione transalpina, tenuto peraltro conto che di quest’ultima il Governo d’oltralpe possiede già il 6,2%, oltre al 15% della Losanga.

Valide ragioni giustificano, insomma, l’interesse nutrito affinché le trattative risultino proficue. In un settore soggetto a continue evoluzioni, agire di squadra permetterebbe di contrastare le minacce all’orizzonte. In particolare, l’invasione cinese, a lungo mormorata e adesso in parte divenuta realtà, impone di adottare delle contromisure. Ecco allora che l’idea di condividere il potenziale tecnico ed economico fa gola. Entrambi gli attori non hanno l’obbligo di finalizzare intese. In cuor loro, però, sentono (forse) sia la decisione migliore. Perché i tempi evolvono e la strada indipendentista rischierebbe di diventare controproducente. Prima che il Covid-19 esplodesse, FCA aveva intrapreso dei negoziati con Renault, salvo poi virare su PSA Groupe, una volta arenati i discorsi.

Da lì in avanti, a fasi alterne, l’eventualità ha spesso animato le cronache. Benché John Elkann ci tenga a sottolineare come Stellantis abbia un piano commerciale a lungo termine, il chiacchiericcio prosegue inesorabile. Secondo Dagospia, tra i primi a dare la notizia dei colloqui in corso, ciò gli consentirebbe di “liberarsi” definitivamente del fardello Italia. Spazientito delle continue trattative con sindacati e Governo, il rampollo della famiglia Agnelli-Elkann sarebbe sul punto di mollare gli ormeggi.

Querelle infinita

Si trascina all’infinito la querelle tra l’esecutivo della nostra penisola e il gigante dei motori. Tra frecciatine, più o meno palesi, le controparti hanno fatto capire a svariate riprese di non andare d’amore e d’accordo. Ogni questione è in grado di infiammare gli animi, dagli ecobonus sulle auto elettriche alla gigafactory di Termoli. A tal proposito, il Governo ha da poco deciso di destinare i fondi del PNRR, precedentemente accordati per il mega impianto, altrove.

L’aumento dei costi, l’incertezza del mercato e le priorità politiche hanno dato il là al dietrofront. In uno scenario ipotetico, laddove Stellantis e Renault si dicessero davvero “sì”, bisognerebbe individuare un unico amministratore delegato. E il nome sarebbe italiano: il milanese Luca de Meo, mentre Carlos Tavares verrebbe accompagnato alla porta. Il recente rallentamento di vendite e utili ha fatto vacillare la posizione del dirigente portoghese.