Stellantis è alle prese con un periodo particolarmente difficile, in gran parte legato ai problemi dell’elettrificazione in Europa, che procede a ritmo ridotto anche a causa di prezzi molto elevati. In questo contesto, a farne le spese sono gli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis (già in difficoltà dai tempi di FCA). La produzione di auto nuove in Italia ha raggiunto livelli bassissimi e il ricorso agli ammortizzatori sociali è costante.
In questo contesto, Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, si è recato in Senato per un’audizione presso le commissioni Attività Produttive della Camera e Industria del Senato per chiarire il declino industriale che il Gruppo sta vivendo in Italia, anche in vista dello sciopero nazionale del settore automotive in programma per il 18 ottobre. Nel corso dell’audizione, Tavares ha detto la sua lo stato del mercato e sul futuro dell’azienda in Italia.
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Le parole del CEO
Rispondendo alle domande poste dai componenti delle Commissioni, Tavares ha sottolineato: “È una situazione molto difficile. I regolamenti decisi, che sono alla base della situazione attuale, non sono stati imposti da Stellantis, non è corretto fare una grande insalata. Ci sono stati imposti“. Secondo il CEO, il Gruppo Stellantis in Italia deve fare i conti con varie problematiche, a partire da un costo dell’energia elettrica che risulta “doppio rispetto a quello della Spagna” e che pesa sui costi produttivi. Tavares ha aggiunto: “devo per forza considerare un 40% di aumento dei costi” dovuto alla necessità di produrre auto elettriche.
L’amministratore delegato del Gruppo è tornato a parlare di un tema estremamente attuale: gli incentivi. Secondo Tavares si tratta di un tema fondamentale per il futuro dell’automotive in Italia. Ai membri delle Commissioni, infatti, il CEO ha detto: “Non chiediamo soldi per noi, ma chiediamo a voi di darci aiuto per i vostri cittadini che così possono acquistare dei veicoli che si possono permettere. Non sono soldi che vanno a Stellantis ma sono soldi che vanno a ridurre i costi“. La posizione dell’azienda è, quindi, chiara. Attualmente, produrre auto in Italia costa di più e non ci sono sostegni pubblici sufficienti a incrementare la competitività dell’industria automotive italiana sul mercato europeo e globale. Si tratta di temi molto importanti ed estremamente attuali. La produzione di auto in Italia, infatti, continua a far registrare numeri molto negativi.
Cosa succederà alla Gigafactory?
Tavares ha confermato che Stellantis ha bisogno di “3-4 Gigafactory” in Europa ovvero di stabilimenti in grado di produrre le batterie da utilizzare per le elettriche del futuro. La realizzazione della Gigafactory di Termoli, con la riconversione dello stabilimento che oggi produce motori benzina, è legata alla velocità del programma di elettrificazione e, quindi, a quante auto elettriche Stellantis riuscirà a vendere in futuro. In un’ultima analisi, quindi, la fattibilità del progetto è strettamente collegata al contesto attuale con la necessità di modulare gli investimenti “alla domanda del mercato“. In sostanza, la Gigafactory resta sul tavolo ma i tempi per la sua realizzazione sono, inevitabilmente, destinati ad allungarsi a causa di un programma di elettrificazione che, soprattutto in Italia, procede a ritmo ridotto. Nel frattempo, Stellantis sta lavorando anche a una Gigafactory in Spagna.