Abbiamo seguito per mesi l’intera questione riguardante lo stop ai motori termici in Europa a partire dal 2035. A questo proposito, oggi c’è un nuovo risvolto: la Polonia dice no e si oppone a questa decisione imposta dall’Unione Europea verso tutti i Paesi che ne fanno parte.
È stato lo stesso Ministro dell’Ambiente della Polonia, Anna Moskwa, a dichiarare che il suo Paese al momento è ancora contrario all’imposizione dell’UE (non lo ha mai nascosto, anzi) e per questo motivo ha deciso di rivolgersi alla Corte di Giustizia Europea chiedendo di rivedere la decisione di vietare completamente i veicoli a benzina e diesel dal 2035.
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La Polonia dice no
C’era da aspettarselo, tra i Paesi che sono sempre stati contrari allo stop alle auto con motore termico in Europa dal 2035, in prima linea c’è anche la Polonia. Nei mesi scorsi abbiamo assistito alle scelte fatte in questo ambito, con una Germania che ha proposto la deroga per i motori alimentati con e-fuel, accolta dopo vari tentativi, e un’Italia a cui invece è stata tolta la possibilità di mantenere in vita i motori termici, sebbene alimentati da biocarburanti.
Oggi la Polonia fa un ulteriore passo avanti e dimostra fortemente il suo dissenso verso la decisione presa dall’Europa, annunciando che tra pochi giorni si rivolgerà alla Corte di Giustizia Europea per fare appello contro la misura che prevede lo stop alle auto con motore termico alimentato a benzina o diesel in UE a partire dal 2035.
La posizione dell’Europa
Come abbiamo detto, nei mesi scorsi la Polonia si è costantemente opposta al divieto dell’UE, sin dall’inizio ha dimostrato di essere assolutamente contraria alla decisione presa per il 2035. Ha sempre votato contro lo stop ai veicoli a benzina e diesel e ha motivato la sua decisione sostenendo che il nostro Continente non è ancora pronto per fare un passo del genere e affrontare un tale cambiamento, anzi, tutt’altro.
Secondo la Polonia manca infatti un’adeguata analisi del mercato e di quelle che sarebbero le conseguenze di tale divieto a livello sociale. Il Ministro dell’ambiente Moskwa intanto spera che anche altri Paesi facenti parte dell’UE si uniscano e si schierino contro il divieto, e sostiene: “Non siamo d’accordo con questo e altri documenti del pacchetto Fit for 55 e lo stiamo portando alla Corte di Giustizia Guropea”.
Come ha reagito l’Europa? In questi mesi sembra aver accettato alcuni compromessi per ammorbidire il divieto forzato ai veicoli a benzina e diesel. Il primo esempio è stato il consenso dato alla Germania, che ha chiesto una deroga per gli e-fuel, ovvero la possibilità di continuare a vendere vetture dotate di motore termico, se e solo se alimentate con carburanti sintetici.
Come anticipato invece, alla proposta fatta dall’Italia la risposta è stata un no secco: il nostro Paese aveva infatti richiesto la stessa identica deroga, ma per i biocarburanti. Intanto a giorni vedremo la Polonia avanzare la sua opposizione e chissà se e quali altri Paesi dell’UE si schiereranno per fronteggiare questa battaglia. Staremo a vedere anche quale sarà la risposta dei giudici della Corte Europea. Non ci resta che attendere nuovi sviluppi.