Stop ai motori termici nel 2035: il termine sarà modificato

Lo stop ai motori termici in Europa potrebbe essere posticipato oltre il 2035, mentre c'è un'apertura ai biocarburanti. Solido il futuro dell'elettrico

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Tommaso Giacomelli

giornalista automotive

Nato e cresciuto a Lucca, laureato in Giurisprudenza a Pisa, sono riuscito a conciliare le due travolgenti passioni per auto e scrittura. Una grande fortuna.

Pubblicato: 27 Marzo 2024 09:34

In occasione del #FORUMAutoMotive, svoltosi a Milano, hanno colpito e lasciato il segno le dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il quale si espresso in termini poco ottimistici sulla transizione energetica che, visti i proclami politici e industriali di questi ultimi anni, sembrava avere un termine ineluttabile al 2035.

Invece, la produzione di motori endotermici, quindi benzina e diesel, potrebbe avere una possibilità di sopravvivenza oltre questa data, per gli evidenti problemi dimostrati dalla filiera dell’auto del Vecchio Continente, per le infrastrutture inabili al fabbisogno delle elettriche in diverse nazioni continentali e per altri motivi ancora. Il ministro ha espresso anche il proprio favore nei confronti dei biocarburanti, giudicati indispensabili per portare avanti questa missione.

I cambiamenti rimettono in gioco i motori termici

In Europa c’è stata una presa di coscienza della situazione attuale. Le difficoltà e le sfide sempre più grandi per l’industria automobilistica, non possono scontrarsi con il rigore imposto dai termini fissati in precedenza. L’obiettivo resta la transizione energetica e la decarbonizzazione, ma il passaggio di consegne dovrà essere più graduale.

In Europa abbiamo oggi registrato una presa di coscienza della realtà rispetto alla fuga in avanti degli ultimi anni sulla corsa all’elettrico. Credo che l’obiettivo al 2035 (stop ai motori benzina e diesel) sarà modificato visto il sentimento che si sta diffondendo a livello europeo“, ha dichiarato il ministro Pichetto Fratin.

Dalle sue parole si intuisce anche un’altra apertura fondamentale, per riuscire a raggiungere gli obiettivi fissati a livello europeo, che è quella nei confronti dei biocarburanti: “Se l’obiettivo è la decarbonizzazione della mobilità, serviranno anche i biocarburanti“. Di questa risorsa si è discusso molto, perché non è mai stata vista come una vera alternativa, se non per un segmento di nicchia come quello delle supersportive. Eppure, adesso sembra essere cambiato qualcosa, che potrebbe garantire una sventagliata su larga scala. I biocarburanti sono oggetto di studi e ricerche, così presto potrebbero davvero dare una mano alla mobilità.

Il governo chiederà alla prossima Commissione europea “di iscrivere i biocarburanti nella tassonomia, andando al di là di aerei e navi. Siamo un’eccellenza in questo settore“, ha proseguito Pichetto Fratin.

L’elettrico avrà un futuro importante

Questo retrofront che rimetterebbe in carreggiata i motori endotermici, non dovrebbe tagliare la strada all’elettrico che avrà il suo spazio e la sua legittima importanza. A conferma di ciò, il ministro dell’Ambiente della Sicurezza Energetica ha detto: “L’elettrico ha un grande futuro. Il parco auto elettrico potrebbe arrivare a 5-6 milioni in Italia al 2030, ma questo dipenderà dalla capacità di spesa del cittadino italiano. I costi restano elevati“.

Il rinnovo del parco auto italiano

Il parco auto italiano è uno dei più anziani d’Europa. La necessità sarebbe di dare una bella “svecchiata” alle macchine che circolano nel Belpaese, come ha ribadito il ministro Pichetto Fratin, che ha dato una sua personale ricetta allo scopo: “Occorre puntare sulle flotte aziendali, utilizzando la leva fiscale in termini di Iva e di ammortamento. Il meccanismo degli incentivi non può durare in eterno, né procedere a singhiozzo“.