Tesla, tutti contro Elon Musk: si passa addirittura alle minacce

Elon Musk fa i capricci e dà l'ultimatum a Tesla, tra compenso record da dovergli corrispondere e le quote aziendali da ottenere secondo gli accordi del 2018

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Luca Bucceri

Giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

Tesla non sembra più essere il nido sicuro di Elon Musk, col magnate che è sempre al centro della polemica. E ora è arrivato anche a minacciare la società, dando un chiaro ultimatum nel caso in cui non fosse accontentato in termini economici. Il 52enne di Pretoria, infatti, si è impuntato su due aspetti non di poco conto, facendo i capricci e aprendo a una crisi interna senza eguali. I motivi scatenanti sarebbero due, uno legato al suo stipendio e un altro, invece, sulle quote dell’azienda. E in Tesla tutti remano contro, facendo vivere una situazione di disagio particolare all’imprenditore che è anche la guida di SpaceX, X e Neuralink.

Musk e la battaglia sullo stipendio record

La battaglia del Musk capriccioso pare gettare le basi sulla grana stipendio, quello che lui vorrebbe corrisposto da Tesla e che invece in tanti vorrebbero negargli. Si trattasse di un compenso nella norma non farebbe di certo rumore, ma quello richiesto dal Ceo dell’azienda leader delle vetture elettriche nel mondo è da capogiro.

Le cifre? Ben 56 miliardi di dollari. Una pazzia per molti, frutto di un accordo che risale a sei anni fa. Nel piano compensi varato nel 2018, infatti, era previsto un enorme bonus nel caso in cui Tesla avesse raggiunto determinati obiettivi di capitalizzazione di mercato.

Traguardi ampiamente raggiunti e che, sulla carta, avrebbero portato a Elon Musk il ricco bottino in cassa. Se non fosse che già nel 2018 un giudice del Delaware stoppò tutto. Il motivo è abbastanza chiaro, in quanto da parte del giudice il compenso era ritenuto uno spreco di risorse aziendali e un arricchimento ingiusto e sproporzionato per lo stesso Musk.

Il problema delle quote di Tesla

Ecco allora che il 52enne di Pretoria ha trovato un altro modo per impuntarsi, per far valere le proprie ragioni. Come? Passando dalle parole ai fatti, con chiare minacce che potrebbero avere pesanti ripercussioni su Tesla.

Musk, infatti, ha chiesto a gran voce di avere il 25% del pacchetto azionario dell’azienda, come gli accordi prevedevano. Oggi al 13%, infatti, Musk secondo i piani doveva ottenere l’1% delle azioni ogni 50 miliardi di dollari di capitalizzazione ed era arrivato fino al 28% nel 2018. Ma sulla base del giudizio in Delaware sul compenso, anche le azioni furono tolte di mano.

Ora il magnate ne richiede la restituzione, se no saranno dolori. Più che fisici, Musk con i suoi capricci potrebbe causarne tanti economici dando l’ultimatum: o il 25% delle azioni a lui o stop allo sviluppo di prodotti nel campo dell’IA e robotica. Una minaccia chiara, che rischia di avere ripercussioni sull’azienda e il suo futuro, dato che Tesla sta lavorando da mesi al robotaxi dalla guida autonoma.

Tutti contro Musk

Capricci su capricci di Musk che ha finito per mettersi contro tutti all’interno di Tesla. E in azienda pare essere nata una battaglia contro il magnate, ormai con le spalle al muro e con tutti “nemici”.

Un gruppo di azionisti, infatti, si è espresso in primis contro il compenso da capogiro al magnate, rifiutando la possibilità dei 56 miliardi corrisposti perché “distratto dalle altre sue società”. Poi avrebbero richiesto di bocciare la rielezione nel consiglio di amministrazione di Kimbal Musk, il fratello del miliardario, e James Murdoch.