Tesla, guida autonoma sotto accusa: le autorità USA aprono un’indagine

La NHTSA, l'ente federale deputato a vigilare sulla sicurezza stradale negli USA, apre un'indagini sul sistema di guida autonoma Full-Self Driving di Tesla

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

Pubblicato: 20 Ottobre 2024 17:00

Tira una brutta aria in casa Tesla, ancora una volta per la NHTSA, l’agenzia federale statunitense chiamata a vigilare sulla sicurezza stradale. La National Highway Traffic Safety Administration mette, in particolare, sotto la lente d’ingrandimento il sistema Full-Self Driving (FSD), nome assegnato dal Costruttore alle tecnologie di guida autonoma.

In seguito, ad alcuni incidenti, l’ente federale, già in passato entrata in rotta di collisione con Elon Musk, ha aperto un’indagine riguardante 2,4 milioni di veicoli dell’azienda. Disponibile, sotto forma di optional, il FSD soluzione non convince totalmente in situazioni di visibilità ridotta, quali nebbia, forte abbagliamento solare o ulteriori condizioni meteo avverse.

Analisi aperte sul sistema FSD

Attraverso un’accurata analisi, l’agenzia proverà a determinare se il FSD sappia “rilevare e rispondere adeguatamente”. I dubbi sono insorti dopo il verificarsi di quattro incidenti stradali, di cui uno mortale. I periti cercheranno anche di stabilire se siano avvenuti episodi eventualmente passati sottotraccia.

Secondo quanto riferisce l’agenzia di stampa Reuters, i modelli coinvolti includono le Model S e Model X, realizzate dal 2016 al 2024, le Model 3 dal 2017 al 2024, le Model Y dal 2020 al 2024, e il Cybertruck, introdotto lo scorso anno. A sua discolpa, Tesla sottolinea di essere sempre stata trasparente nei confronti dei propri utenti, circa la necessaria supervisione attiva di un essere umano, senza mai spacciare le vetture come se fossero al 100% autonome.

Il cuore dell’iniziativa si concentra sulla capacità del software FSD di gestire situazioni in cui la visibilità è aumentata. Tesla ricorre a un approccio totalmente basato su telecamere per la sua soluzione di guida assistita, a differenza di certe rivali, le quali integrano pure sensori radar o LiDAR (laser). Ciò potrebbe rendere i veicoli della compagnia texana più vulnerabili in circostanze contraddistinte da scarsa illuminazione.  Lo ha paventato Jeff Schuster, vicepresidente di GlobalData, una società di consulenza tecnologica: “Condizioni meteo sfavorevoli possono influire sulla capacità di una telecamera di leggere l’ambiente circostante, e credo che il quadro normativo dovrà per forza di cose tenerne conto”.

Nel centro dell’attenzione

Uno dei punti cruciali consiste nello stabilire se il sistema FSD abbia o meno dei meccanismi in grado di restituire il controllo all’automobilista, quando non è in grado di operare in sicurezza. Nello specifico, rischiano di andare in difficoltà nel rilevare ostacoli o pedoni in caso di visibilità carente, come avvenuto in uno dei sinistri finito all’attenzione delle istituzioni, che ha portato alla morte di una persona, investita.

L’intervento della NHTSA rappresenta il primo passo di un processo che potrebbe, in caso di risultati negativi, condurre a richiami obbligatori per i mezzi coinvolti. Al momento, non sono state prese decisioni in merito, ma la pressione su Tesla è evidente. Anche perché ha altre questioni di risolvere, tra cui con il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che sta investigando se abbia esagerato nelle dichiarazioni in proposito alla capacità dei relativi sistemi di guida assistita e autonoma. Inoltre, il Dipartimento dei veicoli a motore della California l’ha accusata di aver ingannato i consumatori, presentando le funzionalità come più avanzate più di quanto effettivamente sono.