Tesla lascia a casa il 10% dei propri dipendenti e in modo glaciale: attraverso un’e-mail spedita da Elon Musk, riporta l’agenzia Bloomberg. Considerando che la compagnia ha complessivamente oltre 130.000 persone su libro paga, almeno 14.000 sono stati accompagnati alla porta. Il pesante ridimensionamento – si legge nella missiva – dipende dai doppi ruoli nell’organigramma e dal bisogno di ridurre le uscite.
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La lettera
“Mentre prepariamo la società alla nostra prossima fase di crescita – avrebbe spiegato Musk, secondo l’agenzia Reuters -, è estremamente importante guardare a ogni aspetto della società in termini di riduzione dei costi e aumento della produttività”. L’amministratore delegato prosegue: “Come parte di questo sforzo, abbiamo fatto una revisione approfondita dell’organizzazione e preso la difficile decisione di ridurre la nostra forza lavoro di oltre il 10% a livello globale”.
A inizio 2023 il tycoon sudafricano ha avviato una guerra dei prezzi molto aggressiva, con risultati contrastanti. Se è vero che grazie alla politica le immatricolazioni sono aumentate, e il successo della Model Y continua, sul fronte opposto i profitti sono stati inferiori alle attese. Benché Musk abbia predicato calma, l’ultimo provvedimento pare riconoscere le difficoltà incontrate.
La mossa arriva dopo un calo della domanda di vetture elettriche e una crescente concorrenza. Già nel 2023 l’azienda ha rischiato di perdere il testa a testa contro la cinese BYD, e le quote di mercato hanno reso necessaria una presa di coscienza.
Di recente, il colosso dei motori ha comunicato di aver registrato la prima flessione nelle immatricolazioni dal 2020, quando il Coronavirus frenò la produzione industriale e le vendite. In risposta all’annuncio taglio della manodopera, il titolo di Tesla è crollato a Wall Street: rispetto all’inizio del 2024, la contrazione è del 31%.
Due importanti dimissioni
Tra le figure di alto spicco, il vicepresidente senior Drew Baglino avrebbe rassegnato le rispettive dimissioni, sostengono fonti vicine. Il dirigente supervisionava lo sviluppo ingegneristico e tecnologico di batterie, motori e prodotti energetici. Unitosi alla società nel 2006 come ingegnere firmware, ha saputo presto farsi largo nell’organigramma, divenendone uno dei veterani.
Tra i diversi incarichi ricoperti durante i suoi 18 anni, ha assolto alla funzione di responsabile della tecnologia dei veicoli e di vicepresidente senior della tecnologia propulsiva. Coinvolto in diversi piani importanti, ha contribuito allo sviluppo di diverse tecnologie di Tesla, tra cui la batteria della Model S, il propulsore della Model 3 e il sistema di guida semiautonoma Autopilot.
Il suo volto era piuttosto familiare al grande pubblico, avendo condiviso in molteplici occasioni il palco con Musk negli eventi di forte rilevanza, compresa la giornata degli investitori di Tesla andata in scena circa un anno fa. Intanto, avrebbe abbandonato la nave anche Rohan Patel, il numero due delle politiche pubbliche e dello sviluppo commerciale.
Il clima respirato nel quartier generale è, dunque, di profondo rinnovamento. Soltanto lo scorso mese di agosto, Zachary Kirkhorn aveva rinunciato, in modo inaspettato, alla sua posizione di CFO di Tesla, suscitando parecchie speculazioni. Agli ordini di Musk da 13 anni, aveva fornito, in veste di responsabile finanziario, un contributo fondamentale nel risanamento dei conti, prima del suo arrivo segnati da gravose perdite.