Stiamo affrontando giornate torride, il caldo è insopportabile in tutta Italia, con picchi che raggiungono i 40 gradi in alcune zone. Una situazione davvero difficile per tutti, ma soprattutto per i soggetti più sensibili, come gli anziani.
A risentirne sono anche le nostre auto, ieri abbiamo visto come le elettriche soffrono parecchio il caldo e possono dare problemi a causa delle temperature così elevate. Oggi invece vi proponiamo una ricerca fatta da Carvago.com, piattaforma europea per la vendita di auto usate online, che mostra quali sono i motori più affidabili durante l’estate.
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Manutenzione motore d’estate
La manutenzione dell’auto e del motore sono ancora più importanti durante la stagione estiva. Ma quali sono i motori che nemmeno dopo anni di funzionamento e migliaia di chilometri danno problemi? La classifica è stata stilata da Carvago.com, prendendo in esame i modelli sotto i dieci anni di età. Questo è il motivo principale per cui in circolazione non sono più reperibili i vecchi quattro cilindri a benzina, soprattutto Honda e Toyota, senza turbo e iniezione diretta, considerati i motori più affidabili di tutti i tempi.
Antonio Gentile, Country Manager di Carvago per l’Italia, raccomanda: “Soprattutto durante il periodo estivo, è fondamentale non trascurare la manutenzione della vostra auto. I motori odierni tendono a essere più sensibili rispetto a quelli del passato. Il nostro consiglio è di abbreviare l’intervallo di sostituzione dell’olio a 10-15.000 chilometri per un uso prevalentemente extraurbano”.
I cinque motori inaspettatamente più affidabili
Non è stato semplice per Carvago.com scegliere cinque candidati, questo non perché mancano motori affidabili, al contrario. Alla fine sono state scelte cinque unità ad alto volume molto differenti tra loro, per le quali, date la storia, l’origine o la progettazione, è comprensibile nutrire sulla loro affidabilità alcune preoccupazioni, che sono state smentite, però, dalla pratica e definite del tutto infondate.
I primi motori nella Top 5 sono il Fiat 1.2 e 1.4 Fire (fino al 2020), quattro cilindri meccanicamente semplici, progettati a metà degli anni Ottanta, sono riusciti a rispettare le norme sulle emissioni addirittura fino al 2020. L’unità più piccola (che equipaggia la Fiat 500) offre un vantaggio ormai unico: la distanza tra le valvole e il fondo del pistone nel punto morto superiore, anche quando la cinghia di distribuzione si rompe, il motore non “si incontra”. Uno dei pochi motori dell’ultimo decennio che può davvero durare più a lungo dell’auto stessa, chiaramente rispettando le regole di manutenzione di base.
Nella classifica troviamo poi Ford 2.0 TDCi, nato grazie alla collaborazione tra Ford e il gruppo PSA, uno dei diesel più affidabili del mercato. Un fattore importante a cui si deve la grande affidabilità dei motori TDCi negli ultimi anni è dato dal fatto che, per soddisfare le norme sulle emissioni Euro 6.1 nel 2015, non c’è stato bisogno del sistema di riduzione catalitica selettiva a iniezione di AdBlue, punto debole di quasi tutti i produttori. Con una buona manutenzione può funzionare per mezzo milione di chilometri, è presente nelle Ford C-Max, Focus, Galaxy, Kuga, Mondeo, S-Max.
Renault 1.3 TCe (dal 2019), la Casa della Losanga ha invitato anche gli ingegneri di Mercedes-Benz alla sua progettazione. Grazie a un migliore sistema di raffreddamento e a un riscaldamento elettrico supplementare, l’unità funziona perfettamente e, oltretutto, è apprezzata per la trazione inaspettata ai bassi regimi. Uno dei migliori motori di piccole dimensioni sul mercato oggi.
Toyota 1.8 Hybrid (e praticamente tutte le ibride Toyota e Lexus), combinano un consumo di carburante molto basso in città con un’affidabilità eccellente. Ad esempio, la batteria perde parte della sua capacità dopo alcuni anni, quindi il motore a combustione deve lavorare di più e i consumi sono leggermente più elevati, ma è raro che si guasti del tutto. Lo troviamo sulle Toyota Auris, Corolla, C-HR, Prius (la nuova generazione è stata lanciata a inizio 2023).
E infine chiude la top 5 il motore Volkswagen 2.0 bi-TDI, incluso nella classifica da parte di Carvago soprattutto per dimostrare che anche un’unità tecnica così complessa come un moderno turbodiesel ad alte prestazioni, viste tutte le potenziali fonti di problemi (tra cui i due turbocompressori), può sopportare invece anni di circolazione intensa seguendo le giuste norme di manutenzione. In questo caso, la cosa più importante è l’intervallo per la sostituzione delle cinghie di distribuzione, dimezzato rispetto alle versioni più deboli del motore 2.0 TDI. Non potendo più rispettare le norme sulle emissioni il TDI biturbo è gradualmente scomparso tra il 2020 e il 2021.