Per gli appassionati era ormai partito il countdown in vista del debutto di Top Gear Italia, versione tricolore dello show televisivo dedicato ai motori più famoso al mondo. La prima di sei puntate era fissata a martedì 22 marzo 2016 su SkyUno HD. A condurre lo show un trio improbabile: il giudice di Masterchef e collezionista d’auto Joe Bastianich, il telecronista sportivo Guido Meda e il vincitore del campionato GP2 nel 2012 Davide Valsecchi. Inoltre, al fianco dei 3 conduttori era annunciato anche Stig, il pilota dall’identità segreta.
In ossequio al format internazionale dello show, gli spettatori poterono assistere a test e sfide su ogni tipo di circuito, dalle strade sulle Dolomiti alle dune del Marocco (a detta dei tre conduttori l’esperienza più dura), a imprevedibili trasformazioni di mezzi, papamobile compresi, e al celebre ‘giro’ di pista che avrebbe visto protagonisti ospiti del mondo dello spettacolo come Claudio Bisio, Cristina Capotondi e Cesare Cremonini.
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Prospettiva italiana
Show, internazionale, dunque, ma con un chiaro timbro italiano, come spiegava Joe Bastianich che, lasciatosi alle spalle fornelli e chitarra, aveva indossato i panni di presentatore di Top Gear. “Lo show è da anni uno dei più amati al mondo ma non volevamo replicare in tutto la versione originale inglese: puntavamo a dare invece una prospettiva italiana e, nel mio caso, di un italo-americano sulla passione italiana per i motori”, ha spiegato Joe, che ha poi confessato di aver realizzato un sogno approdando alla trasmissione di Sky.
“Ho sempre avuto una passione per le auto (colleziona Ferrari, ndr) e sin da piccolo guardavo affascinato le auto più belle: sognavo la Ferrari Testarossa ’85 più di qualsiasi tipo di cibo e di vino che sono poi diventati la mia professione principale – aveva raccontato Joe -. Macchine così sono il sogno di ogni bambino e ora, grazie a Top Gear, ho avuto la possibilità di guidarle e pure di distruggerle. Il tutto venendo pagato, il che non è decisamente male”.
“Poi mi sono trovato benissimo con i miei compagni di avventura, abbiamo fatto una bella squadra. Guido Meda lo chiamo Demolition Man: riesce a distruggere qualsiasi macchina gli capiti di guidare mentre Davide Valsecchi è quello che tecnicamente ne sa di più. E’ un bravo ragazzo e come ogni ragazzo il rispetto se lo è dovuto guadagnare ogni giorno”, le parole di Bastianich. La replica dei suoi due compagni d’avventura, non s’è fatta però attendere.
Danni a sei cifre
“Può essere vero che mi basta un tratto di strada e sono pronto a distruggere qualsiasi auto – aveva confessato Meda -. Ho fatto 100mila euro di danni? Sì, è vero ma è stato un caso isolato. In genere le auto che ho distrutto è perché mi erano state date da mettere alla prova. Solo una non era previsto che finisse distrutta. Anzi, il miracolato è Bastianich, con il quale non salirei mai in macchina. Comunque ci siamo divertiti da matti. In trasmissione abbiamo tre ruoli diversi rispetto al classico trio di Top Gear UK, ma ci siamo trovati bene: all’inizio dovevamo un po’ sintonizzarci a livello di tempi di conduzione ma c’è voluto poco tempo per riuscirci”.
E Davide Valsecchi, il vero pilota del trio? “In effetti io sono la voce tecnica del programma ma sempre entro certi limiti, visto che abbiamo voluto fare sì un programma ‘tecnico’ ma anche ‘per tutti’ – ha spiegato il campione del mondo di GP2 2012 – Personalmente mi sono trovato bene sia con Guido che con Joe, anche se all’inzio hanno fatto un po’ di nonnismo perché ero il più giovane.
Alla fine posso dire che Guido è davvero un po’ Demolition Man ma anche perché ha un gran coraggio quando è al volante: poi per me è stato un po’ una figura paterna. Joe invece è un grande appassionato ma non ha il senso della staccata e mi ricordava sempre quella faccenda che sono giovane e che un giovane il rispetto se lo deve guadagnare. Spero di esserci riuscito, anche perché viste le mie esperienze ero quello più veloce del trio“.