Truffa dell’auto in panne, come riconoscerla e non farsi derubare

Numerose segnalazioni sulla truffa dell'auto in panne, con un finto meccanico che prima manomette la vettura e poi corre in soccorso tentando di farsi pagare in nero

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

giornalista

Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano. Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e dei motori, scrive anche di attualità ed economia.

Pubblicato: 9 Luglio 2024 07:30

La truffa dell’auto in panne è soltanto l’ultimo dei raggiri che vengono registrati in Italia, con sempre più automobilisti che purtroppo ne restano vittime. Ma parlarne, denunciare e condividere le esperienze, seppur negative, aiuta molti a evitare di cascarci, permettendo di far captare quelli che dovrebbero essere i campanelli d’allarme per non farsi truffare. E a volte basta poco, perché con un pizzico di attenzione in più e una conoscenza di base della truffa, il malvivente è facile da mettere in fuga.

La truffa dell’auto in panne a Bologna

Il raggiro in questione, a dir la verità, non è di certo una novità, ma sempre di più nell’ultimo periodo è tornato in auge in diverse città. Il caso più recente è avvenuto a Bologna, dove una tranquilla serata tra amici al cinema si poteva trasformare in poco in una truffa da centinaia e centinaia di euro.

Come raccontato da alcuni giovani, infatti, usciti dalla sala dove erano andati a guardare un film, l’auto che li avrebbe dovuti riaccompagnare a casa era a terra di batteria. Forse per i fari rimasti accesi o le quattro frecce che potrebbero aver consumato la batteria, la vettura di accendersi e partire per tornare a casa non ne voleva sapere.

Da un momento all’altro è spuntato dal nulla un uomo, possibile fonte di salvezza che però, come vedremo, era il truffatore. Presentatosi come un meccanico esperto in materia, ha cercato di aiutarli dandogli delle dritte, ma mettendo in atto la truffa. Aprendo il cofano per far finta di controllare lo stato dell’arte, l’uomo ha scollegato i morsetti che avrebbero potuto permettere la ricarica dell’auto. Successivamente altri ragazzi si sono avvicinati con lo stesso problema e il sedicente meccanico ha chiesto loro, insieme ai primi malcapitati, 200 euro a macchina per riparare il problema.

È quando altri ragazzi ancora sono arrivati presentando lo stesso problema che è risuonato il campanello d’allarme, soprattutto perché il “meccanico” ha cominciato a innervosirsi capendo di essere stato scoperto. Solo la chiamata alla polizia ha messo in fuga il delinquente che pensava di poter guadagnare facilmente 400 euro.

Come riconoscere la truffa

Ma come fare a riconoscere la truffa? Il fatto di avere l’auto a terra di batteria, conoscendo il caso di Bologna, è di certo il primo campanello d’allarme. Ma non sapendone nulla, a far sospettare deve essere di certo il tempismo di un meccanico che casualmente stava passando dove la macchina è in panne.

Proprio quel “meccanico” è quello che ha già manomesso l’auto e non deve fare altro che far finta di essere l’uomo giusto, nel posto giusto, al momento giusto. Se le vittime non riescono a mantenere la lucidità e a comprendere che succede tutto per volontà del presunto professionista è facile accettare la finta riparazione pur di poter tornare a casa.

Ma dai dettagli si può capire di più. L’atteggiamento del meccanico e la richiesta dei soldi in contanti, infatti, fa il resto. Cosa fare? Mantenere la calma, essere sicuri di sé e non accettare aiuti. Se il meccanico dovesse insistere ecco allora l’ultimo consiglio: chiamare le forze dell’ordine.