Il fenomeno delle auto schilometrate: come funziona la truffa

La truffa delle auto schilometrate consiste nel ridurre il chilometraggio indicato per aumentare il valore di vendita, ma può comportare gravi problemi

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Fabio Lepre

giornalista

Appassionato di motori e narratore delle storie dell'industria dell'auto. Sempre alla ricerca di notizie sul mondo delle 4 ruote e delle novità normative.

Pubblicato: 23 Novembre 2019 07:00Aggiornato: 8 Luglio 2024 16:36

La truffa delle auto schilometrate è un fenomeno sempre più diffuso in Italia, dove i contachilometri delle auto usate vengono manipolati per aumentare il valore di vendita. Questa pratica fraudolenta permette di vendere le vetture a prezzi più alti, ingannando i consumatori sulla reale usura del veicolo.

La grande truffa delle auto schilometrate

Negli ultimi anni, sia l’Italia sia l’Unione europea hanno adottato misure più rigide per contrastare la truffa delle auto schilometrate. Sono state introdotte nuove regole sulle revisioni auto e la certificazione dei controlli, ma il problema persiste.

Anche programmi televisivi come Striscia la Notizia hanno messo in luce la truffa delle auto schilometrate, evidenziando che non riguarda solo le auto più datate. Questa manipolazione può essere effettuata sia da privati che desiderano vendere il proprio veicolo, sia dalle concessionarie che valutano maggiormente le auto cedute in permuta.

Questo tipo di truffa è ovviamente un illecito. Nel caso analizzato da Striscia la Notizia è emerso il reato di “falso ideologico in atto pubblico” commesso dall’ispettore che ha eseguito la revisione ministeriale, registrando un chilometraggio errato. Il contachilometri della Ford Fiesta MK4 in questione, un odometro analogico a cinque cifre comune nelle auto antecedenti agli anni Novanta, si azzera a ogni 100.000 km percorsi, il che complica ulteriormente la registrazione accurata del chilometraggio.

L’ispettore dovrebbe trascrivere il chilometraggio letto durante la revisione, ma in questo caso ha mancato al proprio dovere. L’addetto alla revisione ministeriale non può fidarsi della parola dell’automobilista o di documenti non ufficiali, ma deve trascrivere il dato esatto sul Portale dell’Automobilista del Ministero dei Trasporti. Tuttavia, i truffatori riescono spesso a eludere anche questo sistema.

Come arginare la truffa delle auto schilometrate

Dal primo giugno 2018, tutte le revisioni sono memorizzate nella cronologia del Portale dell’Automobilista tramite il servizio “Verifica revisioni effettuate”. Questo permette di rintracciare le “doppie revisioni” o le revisioni anticipate, ma non risolve completamente il problema della truffa delle auto schilometrate.

Riconoscere una truffa delle auto schilometrate può essere complicato, ma ci sono alcuni segnali e accorgimenti che possono aiutare a evitare di essere truffati. In prima battuta, esaminare attentamente il libretto dei tagliandi e verifica la coerenza dei chilometraggi riportati. Richiedere quindi il certificato di revisione, dove dovrebbe essere annotato il chilometraggio registrato durante ogni revisione periodica.

Verificare l’usura del volante, dei pedali, del pomello del cambio e dei sedili. Un’auto con pochi chilometri dovrebbe avere questi componenti in buone condizioni. Controllare l’usura delle gomme e verifica se è coerente con il chilometraggio dichiarato.

Servizi come il Portale dell’Automobilista per controllare la cronologia delle revisioni e i chilometraggi registrati, ma esistono anche servizi privati che forniscono report completi sullo storico dell’auto, come Carfax o AutoCheck. Un meccanico esperto può individuare segni di usura e confrontarli con il chilometraggio dichiarato. Se poi il prezzo di vendita è troppo inferiore rispetto alla media di mercato per quel modello e anno, potrebbe esserci qualcosa di sospetto che vale la pena approfondire.

Controllare infine il numero di telaio su più parti dell’auto per assicurarsi che non siano stati sostituiti componenti per nascondere l’usura.