Siamo in un momento di profonda crisi economica e il mercato dell’auto è entrato inevitabilmente in crisi. Al netto della transizione ecologica che è in corso, purtroppo, i dati di vendita sono di molto inferiori a quelli pre-pandemia. Una situazione che per alcuni marchi sta diventando davvero insostenibile. Il caso più eclatante è dato sicuramente dalla Volkswagen, che potrebbe chiudere alcune fabbriche in Germania.
Naturalmente, vista la situazione, gli italiani stanno cercando di tagliere le proprie spese un po’ su tutti i fronti e proprio per questo è sempre più fiorente il mercato dell’usato per trovare pezzi di ricambio per la propria vettura a basso costo. Come spesso accade in questi casi, l’exploit di questo tipo di mercato ha richiamato anche diversi malviventi che si sono subito attivati per cercare un modo per frodare la povera gente.
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Anselmo Calò, presidente dell’Ada (Associazione degli autodemolitori italiani), in questi giorni ha lanciato l’allarme in merito alla questione dei pezzi di ricambio usati, in particolari quelli venduti sul web. A quanto pare alcuni malviventi avrebbero usato il nome di aziende realmente esistenti per richiamare l’attenzione del pubblico. Come riportato da Quattroruote sarebbero stati anche clonati siti internet e profili Facebook. Un lavoro di fino perché questi sembravano effettivamente quelli reali, ma il trucco per riconoscerli era che alla voce contatti c’erano numeri ed email differenti da quelli originali dell’azienda “clonata”.
Una volta finito sul sito o sul profilo social farlocco, la vittima a quel punto completava l’acquisto e veniva richiesto di eseguire un bonifico con un IBAN di solito collegato ad una carta prepagata. In alcuni casi i malviventi inviavano al cliente anche una fattura falsa così che questi credesse che fosse tutto effettivamente in ordine. Ovviamente il ricambio non arrivava mai e i numeri e i contatti vari riportati sui siti farlocchi risultavano scollegati.
Come evitare le trappole
Uno schema ben orchestrato che ha attirato nella propria rete diverse persone. Ad allertare le forze dell’ordine ci hanno pensato, oltre alle vittime, anche le aziende implicitamente coinvolte nel fattaccio. La stessa Ada è pronta a consegnare in mano alla Polizia Postale un intero dossier con tutti i dati di questa terribile truffa. L’Associazione presieduta da Anselmo Calò, in merito offre interessanti suggerimenti per evitare di cadere in queste trappole. Per prima cosa, quando si trova un’inserzione, bisogna fare una ricerca accurata sull’azienda che offre il pezzo di ricambio. Meglio ancora è cercare anche la ragione sociale della società e confrontare il tutto con i siti in nostro possesso.
Inoltre è conveniente farsi inviare per email le modalità di pagamento e spedizione prima di effettuare il bonifico così da poter fare una verifica sull’IBAN. In particolare bisogna sempre diffidare da chi usa coordinate bancarie intestate a privati o prepagate. Solitamente, infatti, le aziende sono in possesso ci conti societari e non si fanno di certo pagare privatamente. Inoltre, e questo lo aggiungiamo noi, vi consigliamo di dare sempre un occhio alla URL del sito. Spesso quelle farlocche presentano delle piccole aggiunte rispetto a quelle originali. Purtroppo la mente dei malintenzionati è sempre all’opera, come ad esempio il caso delle multe false che vi abbiamo raccontato diversi mesi fa.