La Cina fa paura e l’UE prende le dovute contromisure: è stato pubblicato in queste ore il regolamento attuativo che dà il via ufficiale ai dazi sulle auto elettriche cinese, con un provvedimento retroattivo fino a 3 mesi e, soprattutto, con l’obiettivo di proteggere il settore industriale europeo che, anche per via delle decisioni dell’UE di accelerare il programma di elettrificazione, sta attraversando un periodo molto difficile. Vediamo cosa prevede il nuovo regolamento e quali potrebbero essere le risposte da parte della Cina e dei produttori locali per affrontare le misure UE di protezione del mercato.
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Dazi per le auto elettriche cinesi
I nuovi dazi sulle auto cinesi entrano in vigore, andando a sommarsi alle tariffe già valide in precedenza, che prevedevano un costo aggiuntivo del 10% del valore commerciale dell’auto per i produttori di auto elettriche importate dalla Cina. I nuovi dazi potranno essere riscossi in modo retroattivo, fino a tre mesi, e resteranno in vigore per i prossimi cinque anni, con possibilità di estensione.
I costi aggiuntivi non sono uguali per tutti: le Tesla prodotte in Cina, ad esempio, dovranno affrontare dazi del 7,8% mentre per BYD si arriverà al 17%. Più alti i costi extra per Geely, che arriverà al 18,8% e, soprattutto, per Saic, con costi aggiuntivi del 35,3%. La misura, come confermato dal commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis, rappresenta una risposta “proporzionata” per difendere la base industriale europea.
Per il futuro, in ogni caso, lo stesso Dombrovskis, chiarisce quale sarà la posizione dell’UE in merito ai dazi alle auto cinesi: “rimaniamo aperti a una possibile soluzione alternativa che sarebbe efficace nell’affrontare i problemi identificati e compatibile con l’Organizzazione mondiale per il commercio“. C’è spazio, quindi, per un tavolo di trattativa con la Cina, in modo da arrivare a un accordo tra le parti che possa garantire vantaggi per tutti. Nel frattempo, in attesa di tale accordo, l’UE si tutela con i nuovi dazi.
La Cina non sta a guardare
La scelta dell’UE di applicare dazi alle auto elettriche cinesi non ha sorpreso il Governo locale, che ha già predisposto delle ritorsioni commerciali legate al nuovo regolamento UE. Anche i produttori cinesi stanno iniziato a prendere le misure e hanno già definito un trucco per evitare i dazi o almeno parte di essi.
I prossimi mesi saranno fondamentali per valutare l’evoluzione del mercato europeo delle quattro ruote, alle prese con un programma di elettrificazione fortemente voluto dall’UE ma che non sembra convincere gli utenti finali. I produttori europei hanno accelerato lo sviluppo di nuovi modelli elettrici ma, soprattutto in alcuni segmenti, la risposta del mercato è stata piuttosto fredda.
L’evoluzione del settore auto europeo, quindi, è tutta da valutare. L’effetto dei nuovi dazi potrebbe rallentare la crescita dei costruttori cinesi, spingendoli, sempre di più a creare fabbriche in Europa per evitare i costi aggiuntivi voluti dall’UE. Sarà necessario valutare con attenzione le prossime mosse per poter capire quali saranno le reali contromisure dell’industria cinese che oramai ha scelto di puntare sull’espansione in Europa per continuare il suo programma di crescita.