Veicoli fuori uso, la stretta Ue che cambia rottamazioni e ricambi

Per i veicoli a fine ciclo di vita è in arrivo una nuova normativa Ue: ecco tutte le novità che andranno a rivoluzionare il mondo dei motori nei prossimi anni

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Davide Raia

esperto di tecnologia e motori

Editor e copywriter, mi occupo principalmente di tecnologia, in tutte le sue forme, e di motori. Appassionato di viaggi, vivo tra Napoli e la Grecia.

Pubblicato: 2 Luglio 2025 07:30

C’è una nuova possibile rivoluzione all’orizzonte per il mondo dei motori nell’Unione europea. Entro la fine dell’anno in corso, infatti, dovrebbe essere approvata una nuova normativa relativa ai cosiddetti End-of-Life Vehicles (ELV) ovvero ai veicoli alla fine del loro ciclo di vita. Si tratta di una misura molto importante che punta a sostenere la diffusione di un’economia circolare e, nello stesso tempo, migliorare l’organizzazione del settore, con l’obiettivo di ridurre la dispersione di veicoli usati, spesso esportati in altri Paesi. Con il nuovo provvedimento, ci potrebbe essere una vera e propria stretta da parte dell’Ue sia sulle rottamazioni che sulla gestione dei ricambi (derivanti da veicoli a fine ciclo di vita). Andiamo a fare il punto su cosa sta succedendo.

Cosa vuole fare l’Ue

Il nuovo quadro normativo su cui l’Ue è al lavoro tocca vari aspetti del settore degli End-of-Life Vehicles. In particolare, uno degli obiettivi delle nuove misure europee sarà quello di introdurre un sistema di certificazione obbligatoria di riciclabilità a cui tutti i nuovi veicoli che arrivano sul mercato (non solo le auto) dovranno adeguarsi. In sostanza, i costruttori dovranno certificare i propri veicoli per confermare che la progettazione è avvenuta tenendo conto di tutti gli aspetti legati all’economia circolare. I veicoli dovranno essere facili da smontare e dovranno consentire, al momento dello smaltimento, la possibilità di separare i materiali oltre che di poter recuperare i componenti riutilizzabili e le sostanze pericolose per l’ambiente (per uno smaltimento più specifico).

Un altro aspetto da non sottovalutare è legato alla tracciabilità dei materiali utilizzati per la produzione. La certificazione dovrà includere informazioni relative alle sostanze pericolose utilizzate, come componenti che potrebbero trovare spazio in batterie per auto elettriche, e dovrà includere informazioni dettagliate in merito allo smaltimento. Questo pacchetto di misure punta a spingere i costruttori verso un design modulare e, soprattutto, più sostenibile dal punto di vista ambientale, in modo da sostenere lo sviluppo di un’economia circolare nel settore dei motori. Si tratta di un aspetto destinato a diventare sempre più importante in futuro.

Per ogni veicolo ci sarà un Digital Vehicle Passport ovvero un passaporto digitale che, di fatto, permetterà di garantire una tracciabilità completa. Tale sistema sarà accessibile a tutte le Autorità nazionali ma anche ai centri autorizzati per il trattamento dei veicoli a fine ciclo di vita oltre che ai consumatori e alle aziende impegnate nel settore della compravendita di veicoli usati. Il passaporto digitale offrirà una maggiore trasparenza, contrastando le pratiche illegali legate al mercato dell’usato.

Da segnalare che sarà introdotto il concetto di Extended Producer Responsibility che estende la responsabilità del costruttore anche alla fase di fine vita del veicolo. Le Case saranno, quindi, coinvolte nelle misure di smaltimento dei veicoli. Questo pacchetto di norme permetterà anche di ottenere, secondo le stime della Commissione europea, una sostanziale riduzione delle emissioni di CO2 (oltre 12 milioni di tonnellate in meno all’anno) e un aumento del riciclo della plastica.

Le date

Il nuovo pacchetto di misure è attualmente in fase di definizione, con la consueta negoziazione tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione. La versione definitiva della nuova normativa dovrebbe arrivare entro fine 2025 mentre bisognerà attendere il 2026 (o al massimo il 2027) per l’entrata in vigore.