Codice della Strada (2019), riforma per scooter, bici e monopattini

Durante il Governo di Movimento 5 Stelle e Lega, nel 2019, sono state apportate delle rilevanti modifiche al Codice della Strada, riguardanti anche gli scooter

Pubblicato: 13 Maggio 2019 19:10Aggiornato: 16 Ottobre 2024 17:50

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Manuel Magarini

Giornalista automotive

Classe 90, ha una laurea in Economia Aziendale, ma un unico amore: la scrittura. Da oltre dieci anni si occupa di motori, in ogni loro sfaccettatura.

In base all’evolversi dei tempi, è compito della classe politica definire le modifiche da apportare alle leggi, compreso il Codice della Strada. Mentre gli italiani attendono l’approvazione della maxi riforma promossa dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, la mobilità ha già dato il benvenuto a importanti novità negli scorsi anni. Nel 2019, quando nella sala dei bottoni sedevano il Movimento 5 Stelle (M5S) e la Lega, era stata raggiunta un’intesa di massima sugli accorgimenti da attuare sul testo legislativo.

Il dibattito sulle autostrade a 150 km/h

L’unico punto che ha lungamente diviso le parti era l’aumento dei limiti di velocità a 150 km/h sulle autostrade a tre corsie. Un aumento voluto fortemente dalla Lega, mai concretizzato. In tono minore rispetto ai Autobahn tedeschi, il Carroccio credeva fosse doveroso rivedere la normativa, ma non ha mai raggiungere centrato l’obiettivo. Le numerose riserve del partito guidato da Giuseppe Conte avevano frenato le operazioni e nemmeno con l’esecutivo diretto da Giorgia Meloni la situazione è cambiata.

Tra le modifiche più importanti c’è stata anche quella riguardante gli scooter 125, liberi di circolare su autostrade e tangenziali, a patto che alla guida ci sia un maggiorenne. Al contrario, è rimasto un veto per quanto riguarda i velocipedi, i ciclomotori e i motocicli di cilindrata inferiore “a 120 cc se a motore termico e di potenza fino a 11 kW se a motore elettrico: la circolazione è comunque consentita solo a soggetti maggiorenni, muniti di patente A, B o di categoria superiore o muniti da almeno due anni di patente A1 o A2. All’epoca il nostro Paese era l’unico in Europa dove i motori con cubatura massima di 149 cc erano limitati alla circolazione.

Tra i vari provvedimenti inerenti alle due ruote figurava il via libera alle moto elettriche in autostrada, nonché a pattini a rotelle, skateboard e monopattini a spinta su piste ciclabili, nelle aree pedonali e sugli spazi riservati ai pedoni. Si stava poi valutando l’obbligo per i motociclisti di dotarsi di abbigliamento tecnico protettivo.

Strada scolastica

Si aggiungeva un nuovo tipo di strada chiamata “scolastica” per quelle, appunto, in prossimità di edifici ad uso scolastico, con la funzione di “consentire la sosta, il movimento e le manovre connesse”. Su tali tratte le Amministrazioni Comunali hanno ricevuto l’incarico di “stabilire limitazioni alla circolazione almeno negli orari di attività didattica e di ingresso e uscita degli alunni”.

Inoltre, il Governo all’epoca in carica aveva decretato un rincaro delle multe nei confronti di chi parcheggia negli spazi destinati ai disabili e per chi guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope o mentre usa il cellulare. La decisa presa di posizione è stata mantenuta e, anzi, l’attuale riforma ora oggetto di discussione prevede un ulteriore inasprimento. I conducenti rei di consumare alcool o droghe prima di mettersi al volante verrebbero puniti in modo ancora più esemplare, alla luce dei gravi rischi a cui sottopongono sia sé stessi sia gli altri utenti. Ed è altrettanto dura la battaglia contro l’impiego degli smartphone, una possibile grave distrazione, rea di scaturire avvenimenti tragici in passato.