Perché migliaia di auto elettriche cinesi sono abbandonate nei porti in Europa

Nel Nord Europa si è creato un problema per le tantissime auto provenienti dalla Cina che si trovano, di fatto, in stato di abbandono: i motivi e le soluzioni

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Andrea Piva

giornalista

Torinese, classe 1987, giornalista pubblicista con la voglia di raccontare quello che accade nel mondo e la fortuna di riuscire a farlo. Tra le mie passioni ci sono il cinema, lo sport e tutto ciò che è inerente al mondo dei motori e alle continue evoluzioni tecnologiche (e sostenibili) dei mezzi a quattro e a due ruote.

Pubblicato: 24 Aprile 2024 08:00

Se vi dovesse capitare nei pressi di qualche porto in Belgio o in Germania (ma non solo) potreste trovarvi di fronte qualcosa che non vi aspettate: file e file di automobili cinesi parcheggiate sulla banchina. Non si tratta dei veicoli dei dipendenti del porto o di turisti pronti a imbarcarsi su qualche nave da crociera: sono tutte auto nuove, esposte come se fossero in un grande concessionario a cielo aperto. Peccato che sulle banchine dei porti del Belgio o della Germania non ci sia nessun rivenditore. E cosa ci fanno allora lì tutti quei veicoli ordinatamente parcheggiati? La risposta può apparire banale ma evidenzia uno dei più grandi problemi attuali del settore dell’automotive: quelle auto, provenienti dalla Cina, sono in attesa di essere collocate altrove. E non parliamo di qualche decina di vetture ma di migliaia e migliaia di automobili cinesi che al momento sono di fatto abbandonate nei parti del nord Europa.

Perché ci sono migliaia di auto cinesi abbandonate nei porti del Nord Europa?

Del problema delle migliaia di automobili cinesi che si trovano, di fatto, abbandonate nei porti del Nord Europa se ne è occupato anche il Financial Times che ha ricercato le cause di questo problema. Il motivo per cui tutte queste vetture rimangono parcheggiate sulle banchine dei porti è che nel Vecchio Continente non si trovano abbastanza autisti per le bisarche che possano prelevare rapidamente tutte quelle vetture e portarle a destinazione nei vari concessionari in giro per le varie nazioni.

E proprio la carenza di autotrasportatori ha come conseguenza anche i ritardi nelle consegne delle vetture ai clienti che le hanno acquistate: il fatto che tutte quelle automobili si trovino parcheggiate nei porti europei, infatti, non crea dei disagi solamente alle infrastrutture che le ospitano ma anche ai produttori e agli automobilisti che quelle auto le hanno comprate e attendono di guidarle. Ma anche ai concessionari che le aspettano per poi magari rivenderle in pronta consegna.

Auto elettriche: le aziende cinesi vogliono allargarsi in Europa

A questo punto viene naturale porsi un’altra domanda: ma per quale motivo l’Europa si è fatta trovare impreparata all’arrivo dalla Cina di così tante automobili dalla Cina? Per trovare una risposta a questo interrogativo vanno analizzati i dati del mercato cinese. Tutte quelle automobili che ora troviamo nei porti europei sono per lo più automobili elettriche: nel Paese orientale negli ultimi mesi c’è stato un graduale rallentamento delle vendite delle auto a zero emissioni. In pratica le case automobilistiche cinesi si sono ritrovate con un numero maggiore di auto elettriche prodotte rispetto a quante effettivamente ne sono sono state acquistate dagli automobilisti.

Proprio questo eccesso di produzione ha dato una spinta espansionistica alle case automobilistiche orientali, che stanno cercando di allagarsi sempre di più sul mercato e acquisire una fetta importante di clienti anche in Europa. Ecco perché hanno cominciato a partire dalla Cina sempre più navi cariche di automobili elettriche che sono arrivate nel vecchio continente. Peccato che, come abbiamo detto, la carenza di autisti per le bisarche abbia creato una serie di problemi logistici ma non solo.

Auto elettriche: la Cina cerca di allargare sempre di più il proprio mercato

I rallentamenti nelle consegne delle automobili spedite in Europa non sta però frenando la volontà delle case automobilistiche cinesi di allargare la propria clientela al Vecchio Continente e, più in generale, al resto del mondo.

Basti pensare che negli ultimi mesi sono state nuove rotte commerciali. E se al momento la Cina è l’ottava nazione per numero di navi destinate al trasporto di automobili, è previsto che nei prossimi anni guadagnerà altre posizioni in questa graduatoria fino a diventare la prima nazione al mondo per numero di navi destinate appunto al trasporto delle auto. La flotta cinese può al momento contare su trentatré navi registrate ma ce ne sono altre quarantasette (più del doppio delle attuali) che sono al momento in costruzione.

Queste nuove navi da far salpare per i porti di tutto il mondo, compresi quelli europei, sono state commissionate anche dalle stesse case automobilistiche, come per esempio la BYD (una di quelle che si sta allargando maggiormente nel mercato europeo). Fino a questo momento le case automobilistiche noleggiavano le navi destinate al trasporto di automobili, si può però intuire come il fatto che ora ne diventino proprietarie non può che significare che l’intenzione delle aziende sia quella di espandersi sempre di più.

Insomma, quelle migliaia di automobili al momento parcheggiate sulle banchine dei porti europei sembrano creare preoccupazioni più che altro agli europei, che stanno cercando soluzioni per smistarle. I problemi che si sono venuti a creare anche per le case automobilistiche cinesi non stanno ponendo un freno alla produzione cinese.

Come risponde l’Europa al problema delle auto elettriche cinesi abbandonate nei porti? Un’opportunità di lavoro per tanti

Ma se la Cina, come abbiamo detto, non ha intenzione di frenare la produzione di automobili elettriche da esportare e ha tutta l’intenzione di continuare ad allargare il proprio mercato, l’Europa come ha intenzione di rispondere? Di certo non si può immaginare che nei prossimi anni i porti del Vecchio Continente si trasformino in giganti autosaloni a cielo aperto pronti a ospitare sempre più automobili.

Quello della carenza di autisti di bisarche è un problema che nel Vecchio Continente deve essere affrontato con urgenza, anche perché i trasportati al momento al lavoro non possono certo essere impiegati solamente per prelevare dai porti la grande mole di auto proveniente dall’Oriente ma servono anche alle case automobilistiche europee per trasportare le automobili che vengono prodotte qua in Europa.

Ecco allora che il problema delle migliaia di automobili elettriche abbandonate nei porti del Nord Europa può trasformarsi in un’opportunità per creare posti di lavoro in Europa. Alcune aziende automobilistiche europee hanno già iniziato ad assumere autonomamente autotrasportati, anziché affidarsi a ditte esterne, in modo che possano guidare le bisarche delle stesse case automobilistiche e trasportare le automobili in giro per il Vecchio Continente. Ma con il passare dei mesi e degli anni, il numero di autisti di bisarche sembra inevitabilmente destinato ad aumentare sempre di più.